Incidente funivia Stresa-Mottarone, condizioni mediche del bimbo di 5 anni sopravvissuto restano gravi
Lotta tra la vita e la morte il bimbo di 5 anni che ieri è rimasto gravemente ferito nello schianto della funivia Stresa-Mottarone. Il bimbo, secondo quanto riferito dallo staff dell'ospedale Regina Margherita di Torino, è stato sottoposto a un lungo intervento per ridurre le fratture agli arti inferiori. Il minore è stato intubato e sedato ed è ora ricoverato nel reparto di rianimazione dell'ospedale infantile Regina Margherita. La prognosi resta riservata.
Non vi è stato nulla da fare invece per il bimbo di 9 anni che sembrava essere l'unico altro sopravvissuto alla tragedia. Anche lui era in grave pericolo di vita ed è arrivato in ospedale già in stato di incoscienza. Ha avuto una grave crisi cardiaca secondo quanto confermato anche Gennari e La Valle, direttore della chirurgia pediatrica del Regina Margherita e direttore della città della Salute. Il bimbo di 5 anni, invece, è arrivato in reparto ancora cosciente. Il direttore della chirurgia pediatrica dell'Ospedale Regina Margherita di Torino ha sottolineato che la situazione in queste ore resta critica.
Il racconto della zia
La zia del bimbo di appena 5 anni rimasto ferito nel crollo della funivia non si sbilancia sulle condizioni mediche del nipotino. "Non sappiamo cosa succederà. Ha subito un trauma cranico e bisogna capire come evolverà la situazione. Ho saputo cos'era successo dai messaggi di Whatsapp. Tutti mi scrivevano "mi dispiace", ma io non capivo perché". La donna, medico in un carcere del Pavese, ha immediatamente raggiunto l'ospedale infantile Regina Margherita per stare accanto, nei limiti delle norme previste dal Covid-19, al nipotino. "Ho chiamato mio fratello che non mi ha risposto e poi ho chiamato anche mia cognata. Due ore dopo abbiamo ricevuto la conferma dai carabinieri. Ho capito che mio nipote era vivo perché il suo nome non era nell'elenco delle vittime. Ho perso mio fratello, mia cognata e un altro nipotino. Con loro sono morti anche i nonni di mia cognata. Avevano appena ricevuto il vaccino in Israele e avevano deciso di venire in Italia per stare con i nipoti".