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Incidente Funivia Stresa-Mottarone

Incidente Funivia Stresa-Mottarone: “Causa rottura di un cavo portante. Freni non hanno funzionato”

La causa del crollo della cabina sulla Funivia Stresa-Mottarone, in Piemonte, sarebbe la rottura di un cavo portante, staccatosi all’altezza dell’ultimo pilastro. Si indaga anche sul mancato funzionamento del freno di emergenza che avrebbe dovuto impedire la corsa a valle della struttura. Abbandonata per ora l’ipotesi del carico superiore a quello sostenuto dalle corde. La Funivia avrebbe potuto trasportare molte più persone alla volta, ma la capienza è stata ridotta per via delle norme anti-Covid.
A cura di Gabriella Mazzeo
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In seguito ai primi rilievi effettuati sulla struttura della funivia Stresa-Mottarone, messa sotto sequestro in queste ore, sembrerebbe che il crollo della cabina sia stato causato dalla rottura di un cavo portante, staccatosi all'altezza dell'ultimo pilastro. Si indaga per omicidio colposo plurimo. La Procura di Verbania dovrà verificare inoltre perché non abbia funzionato il freno di emergenza della cabina. Il dispositivo avrebbe dovuto impedirne la rovinosa corsa a valle. "Si tratta di supposizioni, ma credo che ci sia stato un doppio problema – ha spiega il responsabile provinciale del Soccorso alpino, Matteo Gasparini -: la rottura del cavo portante e il mancato funzionamento del freno. Non sappiamo perché sia successo: nella cabina a valle il freno ha funzionato". Il malfunzionamento ha fatto sì che la struttura prendesse velocità, iniziando a scendere in caduta libera verso la vegetazione.

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Le ipotesi per le indagini

All'arrivo dei soccorsi, i corpi all'interno della cabina erano nove, mentre gli altri sono stati trovati tutti all'esterno. Il volo è stato di una quindicina di metri. La cabinovia è rotolata a valle, finendo la sua corsa contro gli alberi. Gli altri cavi non risulterebbero danneggiati. Il numero di persone sulla Funivia era inferiore a quello normalmente previsto a causa delle norme anti-Covid. Si escluderebbe quindi per il momento lo sforzo superiore alle capacità di sopportazione delle funi, ipotesi inizialmente al vaglio degli inquirenti. Si indaga invece sulle condizioni di usura del cavo, nonostante gli ultimi controlli fossero stati effettuati nel novembre del 2020. "Non sono mai state evidenziate criticità" spiegano dall'azienda Leitner che si era occupata degli accertamenti. La magistratura indaga sui rapporti stilati dopo i controlli periodici effettuati su funi e cavi. La struttura era stata riaperta da poco dopo la chiusura imposta dal lockdown.

Secondo quanto dichiarato dalla procura di Verbania, il sistema di freni di sicurezza non ha funzionato. "Partiamo da un'evidenza empirica: il cavo si è tranciato e si è verificato un malfunzionamento dei dispositivi di emergenza" ha spiegato agli organi di stampa il procuratore Olimpia Bossi. "I freni hanno funzionato per l'altra cabina che si è bloccata"

Il gestore della funivia

Il gestore della società Ferrovie del Mottarone è molto provato. Al momento non è chiaro cosa sia successo – spiega l'avvocato Pasquale Pantano che assiste Luigi Nerini all'AGI -. Non sappiamo cosa sia accaduto, sappiamo solo che si è rotto il cavo trainante. Il resto sono solo ipotesi. I controlli sono stati fatti regolarmente: la funivia è vecchia ma aggiornatissima, nel senso che è stata sottoposta a ripetute verifiche"

La Commissione d'inchiesta del governo

"Il governo e tutte le istituzioni sono al lavoro per capire le cause di quanto accaduto e per fornire sostegno alle famiglie – spiega il ministro delle infrastrutture e dei Trasporti, Enrico Giovannini -. Il ministero ha istituito una commissione che si aggiunge a quelle già competenti sulle indagini della magistratura".

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