Incidente Ferrara dopo la discoteca, il conducente dell’auto: “Dovevo morire con i miei amici”
“Dovevo morire anche io. Così è come se fossi doppiamente morto”, a ripeterlo, dalla camera dell’ospedale di Cona dove è ricoverato, è il 24enne ferrarese alla guida dell’auto schiantatasi contro un albero nella notte tra venerdì e sabato a Vigarano Mainarda. Giulio Nali, di Occhiobello (Rovigo), Manuel Signorini, di Salara (Rovigo), e Miriam Berselli, di Ferrara, sono morti. Avevano tra i ventuno e i ventotto anni. Il loro amico al volante è stato l’unico a salvarsi. “Non si dà pace – raccontano al Resto Del Carlino la mamma e la sorella sulla soglia della stanza in cui il giovane viene tenuto sedato e sotto stretta osservazione –. Si sente in colpa e so che non se lo perdonerà mai. Noi gli stiamo vicini e anche gli amici. Ma nessuno riesce a consolarlo. È una tragedia. Chi rimane tra i vivi porterà per sempre questo fardello”. Le due donne hanno un pensiero anche per gli altri genitori, accomunati da una tragedia indicibile. “A noi hanno comunicato che nostro figlio era vivo – osserva la mamma con gli occhi gonfi di lacrime –. Ad altre famiglie è stato detto che i loro ragazzi non c’erano più. È devastante. La vita si è fermata anche per noi”.
Le cause della tragedia
Il 24enne aveva un tasso alcolemico pari a 1,30, sensibilmente superiore al limite consentito. Ora è indagato per omicidio stradale plurimo. Ma i suoi genitori sono certi che all’origine di quel dramma non possa esserci solo un presunto stato di ebbrezza. “L’alcol non c’entra – ribadiscono –. Nemmeno lui si spiega come sia potuto succedere. Alla guida era attento e non avrebbe mai messo in pericolo persone alle quali teneva tanto”. A fare chiarezza sarà la procura; oggi saranno disposta le autopsie sui corpi delle tre vittime. Le persone che abitando intorno al luogo dell’incidente hanno già assistito ad altre tragedia analoghe in passato in quel pericoloso tratto di strada “Questa curva è maledetta. Ho sentito il botto e sono subito sceso giù – ha raccontato un ex infermiere del 118 che abita proprio lì –. I pezzi della macchina sono schizzati fin dentro ai cortili delle case. I soccorsi sono stati tempestivi, ma purtroppo c’era poco da fare”.