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Incidente Casalbordino, Giulio Romano 3 anni fa era scampato alla prima strage: “La morte l’ha inseguito”

Amici e colleghi ricordano Giulio Romano, ucciso dell’esplosione della fabbrica a Casalbordino, in provincia di Chieti. “Era un operaio esperto”. A Lanciano, in ricordo delle vittime, annullata la Nottata, festa patronale in onore della Madonna del Ponte.
A cura di Matteo Pelliccia
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L’esplosione presso la Sabino Esplodenti a Casalbordino, azienda che smaltisce e recupera bombe e polvere da sparo in provincia di Chieti, ha provocato la morte di tre persone: il 56enne Giulio Romano, proprio di Casalbordino, il 40enne Gianluca De Santis, molisano di Palata, e Fernando Di Nella di Lanciano. Nel 2020 un’altra esplosione causò la morte di altri tre operai.

Amici e parenti ricordano Giulio Romano, una delle vittime di ieri, che solo per caso si era salvato tre anni fa nell'altro incidente. "La morte l’ha inseguito", raccontano i familiari, stretti intorno al dolore dei due fratelli, Luca e Antonio, al Corriere della Sera. "Giulio era in fabbrica il giorno dell'esplosione di tre anni fa: due ore prima dell'incidente aveva avvertito un forte mal di pancia ed era tornato a casa".

"Giulio e gli altri due compagni deceduti, Fernando e Gianluca, stavano disinnescando una bomba tipo 166 in quel momento" aggiunge un altro operaio che lavorava nella fabbrica di esplosivi in contrada Termine. Il collega era distante solo cinquanta metri dall'accaduto e afferma di "ricordare solo fiamme alte".

Il ricordo commosso di amici e colleghi delle vittime

Nel fine settimana, è prevista una processione con candele, come annunciato da Giovanni Di Risio, un amico di Giulio Romano, che racconta del loro ultimo incontro. "Successe un mese fa, era felice: si era appena trasferito a Scerni, in provincia di Chieti, con la nuova fidanzata rumena". L'amico Giovanni racconta delle passioni giovanili e della vita travagliata di Giulio Romano: "Suonava il basso elettrico e faceva parte de ‘Gli Aurora', la sua band".

Giulio Romano aveva lavorato come orafo artigiano per diversi anni: aveva una sua bottega a Casalbordino, chiusa qualche tempo fa a causa della crisi. "Non ha mai perso la sua determinazione ed è finito alla ‘Sabino Esplodenti'. Era separato, ma era molto legato a sua figlia Lorenza, che ora ha 18 anni e che sarà devastata".

Commosso anche il ricordo di Barbara Spallanzani, un'amica. "Giulio Romano era un operaio esperto, pochi giorni fa era tornato alla base dopo aver lavorato per un periodo a Pomezia in un'altra fabbrica dello stesso settore". La processione in onore di Giulio e dei suoi due colleghi morti si terrà nel vasto piazzale del Santuario della Madonna dei Miracoli, a Casalbordino. Un luogo frequentato ogni anno, nel mese di giugno, da migliaia di pellegrini in cerca di grazia.

Lutto cittadino a Casalbordino, Lanciano e Palata

"Il momento è giunto per chiudere quella fabbrica", afferma Giovanni Di Risio. "Il nostro comune ha già sofferto abbastanza una volta. Eppure, l'hanno riaperta dopo la tragedia del 2020, senza nemmeno attendere il processo". Dello stesso avviso anche Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista, secondo il quale ci sarebbero state "pressioni per riprendere le attività".

Il sindaco di Casalbordino, Filippo Marinucci, è più morbido: "È successo di nuovo ed è inaccettabile. La fabbrica rappresenta lavoro, ma deve essere garantita la massima sicurezza. Dato che si tratta di bombe, gli incidenti sono sempre dietro l'angolo". Marinucci ha dichiarato il lutto cittadino, come i sindaci di Lanciano e Palata, i comuni d'origine delle altre due vittime dell'incidente, rispettivamente in provincia di Chieti e Campobasso.

La memoria delle vittime e il futuro della fabbrica

A Lanciano, dove viveva Fernando Di Nella, è stata annullata la Nottata che segna l'inizio dei festeggiamenti patronali in onore della Madonna del Ponte, in segno di lutto e di vicinanza alle famiglie dei tre dipendenti coinvolti nel tragico incidente. A Palata, tutti piangono Gianluca De Santis, sposato e padre di due bambini: il 40enne aveva appena preso un giorno di permesso per portare il più piccolo all'asilo.

Dopo l'esplosione e la morte dei tre operai, adesso a Casalbordino ci sono da sistemare le trenta persone sfollate dalle case vicine alla polveriera. Anche il futuro delle settanta famiglie degli operai della Sabino Esplodenti è incerto: il sindaco Marinucci avverte che stavolta "tocca allo Stato intervenire". La fabbrica verrà nuovamente messa sotto sequestro.

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