Inchiesta petrolio, indagine Noe sulla presenza di tumori in Basilicata
Vanno avanti le indagini della procura di Potenza nell'ambito dei tre filoni dell'inchiesta che tocca il Centro Oli dell'Eni a Viggiano, l'impianto Total di Tempa Rossa e il porto di Augusta (Siracusa). Nell'ambito del filone d'inchiesta della procura potentina sulle attività di smaltimento dei rifiuti prodotti dal Centro Oli dell'Eni i carabinieri del Noe hanno acquisito migliaia di cartelle cliniche negli ospedali della Basilicata per verificare le patologie presenti in regione, tra cui anche quelle relative ai tumori. A Potenza è anche in corso una perizia specifica, condotta in contradditorio tra le parti. Da quanto si apprende i rilievi, per quanto riguarda la parte relativa alle attività del Centro oli di Viggiano, stanno proseguendo in tutta la regione con indagini epidemiologiche anche sui “bioindicatori”, cioè su indicatori utili a dimostrare i possibili livelli di inquinamento sulle produzioni agricole locali e sugli allevamenti.
Il commento del Codacons – “Se la documentazione acquisita dai carabinieri del Noe dovesse dimostrare una presenza di tumori nel territorio lucano significativamente superiore alle media nazionale, sarà inevitabile una raffica di azioni risarcitorie da parte dei malati e dei parenti dei soggetti deceduti”: è quanto afferma il Codacons commentando l’operazione del Noe. “La nostra speranza è che non ci sia in Basilicata alcun incremento delle malattie respiratorie e dell’insorgenza di tumori – ha aggiunto il presidente Carlo Rienzi – ma se al contrario dalle indagini dovessero emergere dati allarmanti sul fronte della salute, e se sarà dimostrato un eventuale nesso con l’inquinamento del territorio, il Codacons, attraverso il proprio staff di medici e legali, avvierà una class action contro i soggetti che saranno ritenuti responsabili dei danni prodotti agli abitanti, per conto degli ammalati e dei loro parenti, finalizzata ad ottenere il risarcimento per i danni fisici e morali subiti”.