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Inchiesta P4: indagato il generale Michele Adinolfi

Il Capo di Stato Maggiore della Guardia di Finanza è accusato dalla procura napoletana di rivelazione del segreto istruttotrio e favoreggiamento. Il generale ha respinto le acccuse lanciate dal deputato Pdl, Marco Milanese.
A cura di Antonio Palma
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Henry John Woodcock

Continua ad allargarsi il numero delle personalità coinvolte nell’indagine soprannominata P4. Nell’inchiesta della procura di Napoli sullo scandalo politico finanziario è finito anche il Capo di Stato Maggiore della Guardia di Finanza, il generale, Michele Adinolfi, con le accuse di rivelazione di segreto istruttorio e favoreggiamento.

Secondo i pubblici ministeri, Henry John Woodcock e Francesco Greco, è proprio il generale la talpa che avvisò Luigi Bisignani di essere oggetto di indagine e di avere i telefoni sotto controllo. Adinolfi è stato chiamato in causa dal deputato del Pdl, Marco Milanese, collaboratore del Ministro Tremonti ed ex ufficiale della stessa Guardia di Finanza. Milanese, nel corso di un interrogatorio per un’altra inchiesta giudiziaria che lo vede coinvolto, ha rivelato che fu un altro generale, Vito Bardi, oggi comandante interregionale per l'Italia meridionale, ad avvisare Bisignani sugli sviluppi dell’inchiesta della procura di Napoli.

Bardi, già coinvolto nell’inchiesta come fonte di Alfonso Papa, nega il coinvolgimento e ha denunciato per calunnia Bisignani e tutti quelli che lo hanno chiamato in causa. Anche Adinolfi ha respinto ogni accusa fornendo una versione completamente differente, per cui i giudici napoletani hanno già provveduto a un confronto diretto tra il generale e il suo “accusatore”, Marco Milanese.

Milanese, chiamato già in causa dallo stesso Bisignani come sua fonte di informazioni, dice che fu lo stesso Bardi a rivelargli di aver avvertito il generale Adinolfi delle inchieste in corso a Napoli e che quest’ultimo avrebbe avvertito Bisignani attraverso un altro personaggio, Pippo Marra, presidente dell'agenzia di stampa AdnKronos. Per la procura partenopea sono tutti indagati per favoreggiamento.

L’intreccio tra politici, imprenditori, intrallazzatori e servitori dello stato a questo punto si fa sempre più intricato. L’inchiesta sulla fuga di notizie, sta diventando una vera e propria indagine collaterale su uomini dello Stato corrotti, alla ricerca della talpa che ha messo in pericolo l’indagine giudiziaria.

Questa nuova svolta rischia, quindi, di mettere in seria difficoltà il corpo delle Fiamme Gialle, con due alti ufficiali direttamente coinvolti, di cui uno secondo nella scala gerarchica del corpo, numerosi ex ufficiali diventati faccendieri, e tanti altri ufficiali chiamati in causa da numerosi testimoni. Dopo lo scandalo della P3 con il coinvolgimento di un altro ex della Guardia di Finanza, Nicolo Pollari, questo nuovo scandalo di servitori dello Stato infedeli da l’impressione che le vicende non riguardino solo singole mele marce, ma che l’intero corpo sia incancrenito dal malaffare.

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