Inchiesta Lobby Nera di Fanpage.it, la procura: “Video fedeli alle 100 ore di girato”
Le prime due puntate dell'inchiesta di Fanpage.it Lobby Nera pubblicate sul giornale e andate in onda su Piazza Pulita rappresentano una sintesi coerente con le altre circa 100 ore di girato: proprio quelle che la leader di Fratelli D'Italia Giorgia Meloni aveva chiesto di poter visionare prima di esprimere un giudizio su Carlo Fidanza, il capo delegazione del suoi partito ripreso dal giornalista sotto copertura di Fanpage.it Salvatore Garzillo mentre fa il saluto romano e "tratta" un possibile finanziamento in nero. È quanto si apprende da fonti della Procura di Milano, secondo cui non sarebbero stati fatti tagli che potrebbero aver stravolto il senso dell'inchiesta allo scopo di danneggiare Fratelli D'Italia.
Sul caso "Lobby Nera" stanno ora indagando i pubblici ministeri Giovanni Polizzi e Piero Basilone, coordinati dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli: gli inquirenti vogliono fare luce su presunti finanziamenti illeciti al partito Fratelli d'Italia e su eventuali sistemi di riciclaggio agevolati dalla galassia nera. Il fascicolo vede indagati l'europarlamentare Carlo Fidanza e il "barone nero" Roberto Jonghi Lavarini e i reati ipotizzati sono il finanziamento illecito e il riciclaggio. Nelle immagini "catturate" dal giornalista di Fanpage.it sotto copertura, si vedono e si sentono i due parlare di finanziamenti in "black" e di "lavatrici".
Nelle scorse settimane, dopo la pubblicazione della prima puntata dell'inchiesta giornalistica, il cronista ha ricevuto anche una serie di minacce da parte di Jonghi Lavarini. "Dammi una spiegazione entro un'ora o ti vengo a cercare", gli aveva scritto, dopo aver scoperto che nella valigia in cui credeva ci fossero banconote in contanti si trovavano invece una copia della Costituzione e un libro sull'Olocausto. "Prima di emettere una mia sentenza e avviso pubblico nei tuoi confronti (ma poi devi lasciare Milano), attendo spiegazioni, di qualunque genere", aveva scritto il Barone Nero, ammettendo poi di aver dovuto sborsare di tasca propria quanto promesso ad alcuni esponenti di partiti della destra italiana.