Sovrafatturazioni per la creazione di fondi neri, la creazione allo scopo di società negli Stati Uniti, l’apertura di conti correnti in Svizzera e, tocco di colore, il trasporto finale dei contanti chiusi nelle borse di una squadra di calcio. Et voilà, ecco come secondo la Procura di Napoli, grazie anche all’uso di "spalloni", si creavano e distribuivano le tangenti per i vertici di Finmeccanica, finiti nel mirino dell’inchiesta dei pm Catello Maresca, Marco Del Gaudio e Maurizio Giordano. È l’operazione Sistri/2, le indagini sul sistema della tracciabilità dei rifiuti in Campania. A quasi un anno dalle prime misure cautelari, il Gip Francesco De Falco Giannone ha disposto gli arresti domiciliari per il capo delle relazioni esterne di Finmeccanica Lorenzo Borgogni, per l’ex direttore operativo della Selex service management (controllata da Finmeccanica) Stefano Carlini e per due imprenditori romani, Luigi Malavisi e Vincenzo Angeloni, quest’ultimo ex parlamentare Pdl, dentista e amico personale dell'ex presidente di Finmeccanica Pierfrancesco Guarguaglini. Quest’ultimo indagato, ma a piede libero: per lui il Gip ha rigettato la richiesta di misura cautelare.
Il sistema è raccontato dai fratelli Sabatino e Maurizio Stornelli e dall’imprenditore stabiese Francesco Paolo Di Martino. Sabatino Stornelli è l’amministratore delegato di Selex se.ma spa e di Seicos spa (società interamente partecipate da Finmeccanico), Maurizio Stornelli è l’amministratore de ‘Il Bucardo’, società accusata di avere emesso fatture per operazioni inesistenti, Di Martino è l’imprenditore subappaltatore dell’operazione Sistri. I tre furono arrestati nel 2013. E hanno parlato. È Sabatino Stornelli a vuotare il sacco: “Ammetto le mie responsabilità su quanto contestatomi, ma (..) tutto ciò che abbiamo ideato e poi eseguito era dettato dalla necessità di assecondare le richieste pressanti che provenivano da Angeloni Vincenzo e Mastroianni Luca. Costoro erano persone molto influenti in Finmeccanica e spendevano, l‘Angeloni, il suo ruolo di medico – dentista personale di Guargaglini e della moglie Marina Grossi, Mastroianni la funzione di referente diretto di Borgogni Lorenzo. Angeloni spesso si rivolgeva a me con toni intimidatori, rappresentandomi che Guarguaglini era arrabbiato con me. Ed io riscontravo spesso la circostanza nelle riunioni gestionali”. Ed ancora: “Sono a conoscenza del fatto che mio fratello Maurizio Stornelli, l’ing. Carlini e, se non sbaglio, Di Martino Francesco Paolo si sono recati in Svizzera a Lugano per effettuare alcune operazioni finanziarie. Successivamente ho saputo trattarsi dell ‘apertura di alcuni conti correnti presso una banca di Lugano (la Banca Zarattini). Una parte dei soldi era destinata ad Angeloni. L ‘operazione, però, è stata curata da mio fratello Maurizio che sicuramente saprà fornire indicazioni più precise”. Ed eccole, le indicazioni di Maurizio Stornelli, che mette a verbale: “Erano soldi in contanti che servivano ad assecondare le richieste pressanti di Angeloni, il braccio operativo del vertice di Finmeccanica (Guarguaglini-Borgogni) tanto da essere soprannominato proprio da Guarguaglini “il guerriero”. Si è trattato di un modo per avere dei soldi in contanti subito disponibili nell ‘ordine di circa un milione/un milione e mezzo di euro, se non erro. Questi soldi mi furono chiesti da Angeloni nel bar sotto casa di mio fratello a Roma in via Liberiana, dove lui veniva spesso e servivano a suo dire per le esigenze della squadra di calcio Pescina Valle del Giovenco (dietro la quale c’era Angeloni, nda) e per le necessità non meglio precisate del vertice di Finmeccanica e cioè di Guarguaglini e Borgogni. Testualmente lui riferiva che servivano “Per su per il settimo piano”.
Così Maurizio Stornelli chiede a Di Martino di attivarsi. E costui, dopo un’iniziale resistenza, provvede. “Di Martino dopo un mese circa si dichiarò disponibile in quanto aveva trovato il modo, tramite sue conoscenze di Castellammare, per trasferire i contanti richiesti. Si occupò lui quindi anche dell‘organizzazione concreta e delle modalità attraverso cui operare in Svizzera. Per quanto seppi poi parlando con un uomo di nazionalità Italiana presso la banca Zarattini, credo un dipendente, erano state costituite due società LLC in Delaware negli Stati Uniti denominate Advast Tecnology e Vitruviana che avevano poi aperto due conti correnti presso la banca Zarattini sui quali erano transitate rispettivamente le somme di 600 mila euro e 200 mila euro. Io, i ‘ing. Carlini, Di Martino e un mio dipendente (…), ci recammo a Lugano dove formalizzammo e sottoscrivemmo la documentazione per indicare beneficiari e soggetti legittimati ad operare suoi conti”. I soldi infine arrivano: “Mi sono stati poi recapitati in due tranches tra la metà del 2010 e l’inizio del 2011. La prima di 400 mila euro tutti in banconote da 500 euro mi fu consegnata da un incaricato della banca Zarattini per quanto ne so a Roma in una delle strutture del Burcardo… La seconda mi venne consegnata da Di Martino Francesco Paolo sempre di 400 mila euro in banconote di vario taglio in via Zoe Fontana traversa di via Tiburtina presso la sede della sua società. Lui li aveva a sua volta ricevuti da un incaricato della banca Zarattini”.
Di Martino conferma di aver consegnato ai fratelli Stornelli “tre milioni di euro”. Per un “complessivo spirito di riconoscenza” verso Finmeccanica per aver ottenuto i subappalti Sistri. E che i soldi finissero sulle scrivanie dei dirigenti Finmeccanica lo asserisce Sabatino Stornelli: “La prima (consegna, nda) cronologicamente si può datare, se non sbaglio, a settembre 2009 ed è connessa alle attività sperimentali di programmazione del Sistri… Già allora una parte dei soldi del progetto doveva essere destinato a Borgogni e, per quanto ho saputo da Angeloni, anche a Guarguaglini. Anche in questa occasione mio fratello Maurizio è ben informato. Io ricordo, in particolare, la circostanza raccontatami proprio da mio fratello Maurizio e dallo stesso Angeloni relativa alla consegna di una parte di questi soldi in Finmeccanica a Borgogni. Una mattina di settembre 2009 mio fratello Maurizio, Sabetti e Angeloni portarono in Finmeccanica una parte dei soldi derivanti dalle attività di progettazione delle black box (…) Ricordo bene la vicenda perché poco prima Angeloni mi chiese di consegnare due borse della squadra di calcio della Valle del Giovenco a Guarguaglini e Borgogni. Io andai in Finmeccanica e lasciai le borse una nella segreteria di Guarguaglini e una nella segreteria di Borgogni. La stessa sera Angeloni venne al bar sotto casa mia di via Liberiana e mi disse testualmente: “Hai capito a che sono servite quelle borse?” intendendo così dire che erano state usate per portare via i soldi che lui stesso aveva consegnato la mattina in Finmeccanica”. Ed infine: “Non so di preciso di quanto si trattasse, ma mio fratello Maurizio mi ha raccontato di aver accompagnato quella mattina Angeloni e Sabetti fino a piazza Montegrappa a Roma col taxi. Dopodichè Angeloni è sceso con i soldi in una specie di sacchetto che mio fratello le saprà descrivere meglio, ed è entrato in Finmeccanica. Ne è uscito poi a mani vuote”.