Inchiesta Al Jazeera: “L’Italia ha pagato riscatti per la liberazione degli ostaggi”
Tra gli esperti di politica estera e i frequentatori dei teatri di guerra più attenti è il segreto di pulcinella: l'Italia ha pagato i riscatti per la liberazione delle persone rapite dalle organizzazioni terroristiche di tutto il mondo. A rivelarlo è un'inchiesta condotta negli ultimi sei mesi dal team investigativo di Al Jazeera che ha portato alla realizzazione del documentario “The Hostage Business”. I giornalisti rivelano come il governo italiano abbia ripetutamente pagato riscatti milionari per la liberazione degli ostaggi rapiti in tutto il mondo, contrariamente a quanto dichiarato nelle comunicazioni ufficiali. Le voci dei pagamenti, infatti, finora erano state seccamente smentite da tutti i ministri degli Esteri che si sono succeduti alla Farnesina. I riscatti sono assai contestati perché, di fatto, finanziano organizzazioni terroristiche e alimentano quello che l'emittente araba definisce "business degli ostaggi", rendendo più vulnerabili i cittadini italiani che lavorano all'estero in teatri di guerra e zone a rischio.
Per la liberazione di Domenico Quirico pagati 4 milioni
La scorsa settimana fonti giudiziarie di Aleppo hanno reso noto che per la liberazione delle due cooperanti Greta Ramelli e Vanessa Marzullo il governo ha sborsato circa 11milioni di euro: la somma è stata consegnata ai "signori della guerra" locali. Al Jazeera rivela però che la lista di ostaggi italiani liberati dopo il pagamento del riscatto è lunga: anche Domenico Quirico, giornalista de La Stampa, e Pierre Piccinin, sequestrati in Siria nel 2013, sono stati restituiti all'Italia dopo il pagamento di milioni di dollari. Secondo l'intermediario nella trattativa Mu’taz Shaklab “i sequestratori chiesero dieci milioni di dollari, ma penso che alla fine gliene furono dati quattro”. L'uomo afferma di aver assistito personalmente allo scambio di denaro, avvenuto alla presenza di un altro italiano: le banconote sarebbero state consegnate in buste di plastica contenenti ciascuna 100 mila dollari.
525mila dollari consegnati ai pirati somali
Al Jazeera segnala anche il caso di Bruno Pellizzari e della sua compagna Deborah Calitz, rapiti a Largo della Tanzania nel 2010 da Pirati somali e liberati due anni dopo. A lungo il loro dissequestro venne presentato come un'efficace operazione di polizia della Somalia dall'allora ministro degli esteri Giulio Terzi, che si affrettò a precisare che non fu pagato nessun riscatto. I documenti acquisiti da Al Jazeera, tuttavia, raccontano una storia diversa. Per la liberazione dei due l'Italia pagò 525mila dollari.
Dal canto suo il governo italiano ha preferito non commentare l'inchiesta condotta da Al Jazeera. Un funzionario del Ministero degli Esteri si è limitato a dichiarare che la politica italiana è quella di "non pagare i riscatti".