Incendio in un insediamento di braccianti nel Foggiano, morto il migrante gambiano Yusupha Joof
Si chiamava Yusupha Joof il migrante gambiano morto in un incendio avvenuto la scorsa notte in un insediamento spontaneo di migranti a Rignano Garganico, in provincia di Foggia. Il cadavere del 35enne è stato trovato in una delle due baracche andate a fuoco a "Torre Antonacci": sono stati i vigili del fuoco a fare la drammatica scoperta, trovando l'uomo ormai carbonizzato, quando sono stati chiamati a spegnere le fiamme divampate nell'insediamento.
Sulle cause dell'incendio stanno indagando le forze dell'ordine anche se, stando a una prima ricostruzione, sembra che l'incendio sia stato causato da un corto circuito o dal malfunzionamento di una cucina allestita in una delle due baracche. Nello stesso insediamento, conosciuto come il “ghetto di Rignano” vivono da anni centinai di migranti che lavorano come braccianti nei campi della provincia di Foggia. Quello di domenica non è stato il primo incendio mortale sviluppatosi al suo interno: già nel 2017 c'era stato un rogo che aveva ucciso due migranti.
Nell'esprimere cordoglio e vicinanza ai famigliari di Yusupha, l'attivista Aboubakar Soumahoro, che ha denunciato le pessime condizioni di vita nella baraccopoli, ha chiesto che venga fatta luce sull'accaduto: “Chiedo a certi corpi dello Stato e della politica, essendo stati indifferenti verso chi lotta a viso scoperto contro sfruttamento e assistenzialismo imprenditoriale sul corpo dei braccianti "NERI", di risparmiarci lacrime di coccodrillo e dichiarazioni retoriche – si legge in un lungo post di sfogo sul proprio profilo Facebook – perché rappresentano l'altra faccia di questa tragedia”.