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Conclave, elezione del nuovo Papa

In Vaticano scoppia il caso Cipriani, cardinale sanzionato per abusi che partecipa alle riunioni pre-Conclave

Juan Luis Cipriani, membro dell’Opus Dei e già arcivescovo di Lima, nel 2019 fu sanzionato da Papa Francesco per accuse ritenute dal Santo Padre credibili di abusi sessuali su minori risalenti ai primi anni ’80. Il porporato sta partecipando a incontri e riunioni pre-Conclave.
A cura di Davide Falcioni
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All'indomani della rinuncia del cardinale Becciu a partecipare al Conclave, in Vaticano esplode un nuovo caso che rischia di scuotere le fondamenta della Santa Sede. Protagonista, questa volta, è il cardinale peruviano Juan Luis Cipriani, membro dell’Opus Dei e già arcivescovo di Lima, che nel 2019 fu sanzionato da Papa Francesco per accuse ritenute dal Santo Padre credibili di abusi su minori risalenti ai primi anni '80.

Nonostante le restrizioni imposte da un precetto penale papale – tra cui il divieto di indossare abiti cardinalizi e di partecipare ad attività pubbliche – Cipriani è apparso a Roma in abiti da cardinale, partecipando alle congregazioni generali e visitando la camera ardente del Pontefice in San Pietro. Un gesto che, secondo alcuni osservatori, rappresenterebbe un atto di palese disobbedienza verso il Papa.

Le immagini della sua presenza a Roma sono state trasmesse dai media peruviani, sollevando interrogativi sull'efficacia delle misure disciplinari vaticane. La sala stampa vaticana, interpellata più volte da El Pais e dai media peruviani, non ha chiarito se Cipriani stia effettivamente violando il precetto. Il portavoce Matteo Bruni ha ammesso che "non si conoscono i dettagli delle sanzioni" e che al momento "non ci sono ulteriori informazioni da fornire".

Tuttavia lo stesso Bruni lo scorso 26 gennaio aveva confermato le misure disciplinari nei confronti del porporato peruviano. "Esistono e sono ancora valide e vigenti", aveva spiegato Bruni, ricordando che "dopo l’accettazione della sua rinuncia da arcivescovo di Lima", al cardinale "è stato imposto un precetto penale con alcune misure disciplinari relative alla sua attività pubblica, al luogo di residenza e all’uso delle insegne". Il provvedimento in questione è stato "firmato e accettato" da Cipriani.

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Il cardinale, che ha 81 anni e quindi non ha più diritto di voto al Conclave, ha già violato le disposizioni papali recandosi a gennaio a Lima per ricevere un'onorificenza pubblica, consegnata dal sindaco Rafael López Aliaga, anch’egli membro dell’Opus Dei. Dopo le rivelazioni di El País, Cipriani aveva reso pubbliche lettere in cui accusava il Papa di averlo condannato senza ascoltarlo.

Il suo comportamento è stato duramente criticato anche dall’attuale arcivescovo di Lima, Carlos Castillo, che ha invitato l’ex porporato a "rinunciare alle giustificazioni vane e ad accettare la verità". Lo stesso Castillo potrebbe sollevare formalmente la questione nelle congregazioni generali.

Il caso Cipriani riporta al centro dell’attenzione una domanda scomoda: quanto pesano davvero le questioni legate agli abusi nel processo di scelta del nuovo Pontefice? Nonostante l’impegno di Papa Francesco, una parte della Curia continua a resistere alla piena trasparenza e alle riforme. Il cardinale Cipriani non è l’unico porporato controverso presente in Vaticano in questi giorni. Anche il cardinale statunitense Roger Mahony, accusato di aver coperto oltre 100 casi di abusi a Los Angeles, è stato visto partecipare a funzioni ufficiali. Inserito tra i nove cardinali incaricati del rito di chiusura della bara del Papa, la sua presenza ha sollevato le proteste delle associazioni delle vittime.

L'organizzazione Bishop Accountability, che documenta casi di abusi nella Chiesa, ha denunciato duramente la presenza di Cipriani e Mahony: "È una presa in giro per le vittime. Se la Chiesa vuole essere credibile, deve impedire la partecipazione di cardinali macchiati da accuse credibili".

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