In val d’Aosta c’è un ghiacciaio grande come il Duomo di Milano che si muove un metro al giorno
Fa caldissimo e la strada per salire verso il pratone che sta sotto il ghiacciaio del Planpinceux, verso la frazione Rochefort, è bloccata a causa dell'ennesima frana di rocce venuta giù dal ghiacciaio che in linea d'aria è a un paio di chilometri più in alto e più lontano. Fabrizio Troilo, coordinatore dell'area ghiacciai della Fondazione Montagna Sicura, ente strumentale della regione Valle d'Aosta, sta salendo a passo spedito in mezzo ai boschi per consentire al drone di volare più vicino possibile al ghiacciaio ‘osservato speciale': "È sempre meglio avere un rilievo fotografico di prima mano – spiega a Fanpage.it – oltre ad avere i dati del radar interferometrico e della macchina fotografica piazzata sul monte di fronte".
Il gruppo di glaciologi coordinato da Fabrizio si interfaccia con la protezione civile, con la regione e siede ai tavoli in cui viene valutata la situazione dei ghiacciai valdostani. "In Valle d'Aosta abbiamo ancora 184 ghiacciai – racconta Luca Mondardini, glaciologo della Fondazione – parliamo di 120 chilometri quadrati, pari al 3,6% dell'intera superficie della regione. Di tutti questi ghiacciai, sono tenuti sotto stretto controllo cinque, ma sono soltanto due che preoccupano e che vengono monitorati 24h al giorno, il seracco delle Jorasses e il ghiacciaio di Plancipieux. Quest'ultimo in particolare in questo periodo si sta muovendo verso il basso alla velocità di 90 centimetri al giorno".
Una velocità impressionante, quasi un metro al giorno, ma non è tanto la velocità ad essere interessante, quanto l'accelerazione. "Intanto non è tutto il ghiacciaio che si muove alla stessa velocità – racconta Paolo Perret, uno degli altri glaciologi – ma è soltanto una sezione sul fronte di circa 400mila metri cubi" (una dimensione pari al volume del Duomo di Milano, ndA)
Se, grazie ai sistemi di monitoraggio, viene valutato un passaggio ad un'allerta rossa, i semafori si posizionano immediatamente sul rosso, la strada comunale viene chiusa (e viene offerto un percorso alternativo) e i cittadini residenti nella frazione di Courmayeur vengono informati delle condizioni considerate pericolose del ghiacciaio e invitate a lasciare le loro case. L'ultima volta è successo 3 settimane fa, verso l'inizio di giugno, a causa non tanto del caldo quanto di un forte temporale.
"Il ghiacciaio di Planpincieux – spiega Fabrizio Troilo – è un tipo di ghiacciaio nel quale l'acqua scorre tra la roccia e il ghiaccio, quindi il coefficiente di rischio crolli non è collegato direttamente con il riscaldamento climatico, ma è certo che i ghiacciai si stanno restringendo da decenni a causa dell'aumento delle temperature medie".
Il gruppo di glaciologi è solito anche andare in missione in vetta per fare dei controlli, soprattutto ai ghiacciai che minacciano più o meno direttamente le case e le strade, il resto dei ghiacciai non ha un monitoraggio quotidiano, per cui l'attraversamento dei ghiacciai a piedi e l'alpinismo in generale sono una questione che è deputata più alle guide alpine che ai glaciologi. "Noi ci occupiamo di mitigare il pericolo del ghiacciaio verso l'abitato – conclude Fabrizio Troilo – in modo da ridurlo il più possibile". A essere minacciata è soltanto la piccola frazione di Planpincieux, che d'inverno è disabitata, e il pericolo non riguarda in alcun modo il comune di Courmayeur che dista almeno 7 chilometri in linea d'aria dal ghiacciaio"
"La montagna è così – racconta Costantino Zen, l'unica persona che in questi giorni vive a Rochefort, frazione di Planpincieux, alla destra del ghiacciaio – non è per tutti. Io faccio l'informatico ma vivo qui quando posso senza corrente elettrica, con i pannelli solari e la batteria e il ghiacciaio è così da sempre, soprattutto d'estate. Non ho paura e mi sento sicuro"