In Ucraina ci sono ancora 239 italiani che non sono riusciti a scappare, Di Maio: “Li assistiamo”
Mentre le bombe russe continuano a cadere sulle città ucraine, ci sono ancora 239 italiani che non hanno ancora lasciato il Paese. A riferirlo è il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, a margine del Consiglio Ue Affari esteri a Bruxelles. Secondo l'esponente del Movimento 5 stelle i nostri connazionali a Kiev e dintorni "una settimana fa erano 400", quindi rivendica il lavoro fatto dalla Farnesina per portarli fuori dall'Ucraina.
Il ministero sta monitorando tutti i casi di contatto con l'Unità di crisi e le aree più critiche che rimangono quelle della capitale e della sua area nord, assieme a Mariupol e Kherson. Secondo Di Maio "il meccanismo un po' alla volta sta funzionando e porteremo via tutti quelli che ci stanno contattando". Quindi aggiunge che laddove non ci sono le condizioni di sicurezza per l'evacuazione, il consiglio della Farnesina è di restare al sicuro e aspettare iniziative delle agenzie umanitarie tra cessate il fuoco, tregue e corridoi di evacuazione per portare via le persone in difficoltà.
Uno dei connazionali che non riesce a scappare è Andrea Cisternino, ex fotografo di 63 anni. A nord Kiev si occupa di un rifugio per animali abbandonati e insieme a lui ci sono 4 persone e 453 animali di varie specie. L'ultimo contatto lo ha avuto con l'associazione Unitiperloro, di cui lui stesso fa parte. L'area dove vive è ora circondata dalle truppe russe. Secondo i membri dell'associazione l'uomo chiede di trovare percorsi che non passino dalla Capitale per evacuare. La città infatti è bloccata, per cui dovrebbe passare da ovest o nord. Nel frattempo si trova senza cibo e con l'acqua del pozzo non potabile che fa bollire. In ogni caso, dicono dall'associazione, "la sua volontà è forte e non molla".
All'inizio del conflitto gli italiani in Ucraina erano ben 2000. Sono quindi già 1761 i connazionali salvati, con il governo che ora punta a creare sempre più corridoi umanitari, salvando le vite oltre che degli italiani, anche di migliaia di ucraini in fuga dal conflitto.