In terapia intensiva covid 7 ricoverati su 10 sono no vax
Il numero dei ricoverati covid in Italia ormai cresce a ritmo sostenuto, come conferma il superamento della soglia critica di occupazione sia dei reparti ordinari che in terapia intensiva, ma a sostenere questa crescita sono in gran parte i non vaccinati. Nel solo mese di dicembre infatti il numero dei ricoveri tra i no vax è cresciuto del 46% mentre l’aumento dei pazienti vaccinati nello stesso periodo si è fermato al 19%. Ad evidenziarlo è il nuovo report della Federazione delle aziende sanitarie e ospedaliere redatto in base ai dati comunicati dagli ospedali sentinella Fiaso. Nel dettaglio, nel periodo dal 7 al 28 dicembre il tasso di crescita dei ricoveri Covid negli ospedali ha avuto un incremento complessivo è stato del 33% ma sono nell'ultima settimana si è registrata una accelerazione a due cifre pari al 13,7%, in netta crescita rispetto al 7%dela settimana precedente.
Tra no vax e vaccinati in ospedale differenze per età e condizioni
Un aumento di ospedalizzazioni per Covid dovuto "probabilmente all'effetto festività, ma quello che i numeri consentono di osservare è sempre più un’epidemia dei non vaccinati" spiegano dalla Fiaso. Secondo quanto emerge dalle 21 strutture sanitarie e ospedaliere e dai 4 ospedali pediatrici sentinella distribuiti su tutto il territorio italiano, nei reparti ordinari la presenza di pazienti non vaccinati è del 54% ma a fare la differenza tra no vax e vaccinati sono la loro età e le loro condizioni di salute. I non vaccinati in ospedale per covid infatti hanno un'età media molto più giovane. Sei per i primi è di 70 anni per i secondi scende a 63. Inoltre se il 71% dei vaccinati ricoverati soffre già di gravi patologie meno della metà dei pazienti non vaccinati (47%) è affetto da altre malattie.
In terapia intensiva 7 su 10 non vaccinati
Differenze ancora più marcate nei reparti di terapia intensiva dove la crescita dei ricoveri è stata addirittura del 18% nell'ultima settimana. In questo caso l’aumento di pazienti non vaccinati rispetto ai vaccinati e del 21,6% contro il 10% e i no vax continuano ad essere la stragrande maggioranza con un rapporto di 7 su 10. Anche in questo caso l'età è diversa con non vaccinati anche di 21 anni contro i 35 del più giovane tra i pazienti vaccinati. Inoltre tra i vaccinati in rianimazione l’84% aveva completato il ciclo vaccinale con 2 dosi da oltre 4 mesi.
La copertura vaccinale più elevata riduce l’ospedalizzazione
“In questa fase occorre guardare meno al numero di tamponi positivi e di contagi e focalizzare l’attenzione sugli ospedali che danno davvero il passo dell’epidemia Assistiamo a un incremento dei ricoveri ma di gran lunga inferiore rispetto ai numeri di un anno fa" ha spiegato il Presidente Fiaso, Giovanni Migliore, aggiungendo: " I numeri ci restituiscono il quadro di una pandemia che colpisce e corre soprattutto tra i non vaccinati e che tra chi non ha la protezione del vaccino determina le più gravi conseguenze. La copertura vaccinale più elevata riduce, infatti, sia la frequenza dell’ospedalizzazione sia dell’accesso in terapia intensiva. Per questo bisogna andare ancora avanti con la campagna vaccinale e accelerare sulla somministrazione delle terze dosi che rappresentano uno scudo importante contro la malattia da Covid”.