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In sedia a rotelle dopo un intervento: l’ospedale paga 769mila euro a Sabrina Di Girolamo

Lo scorso 10 ottobre l’Azienda ospedaliera scaligera ha versato a Sabrina Di Girolamo una somma di 769.900 euro come risarcimento. La donna è tetraplegica dal 2017 dopo essersi sottoposta a un intervento di routine per la rimozione di un tumore benigno.
A cura di Eleonora Panseri
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Sabrina Di Girolamo ha ricevuto una parte del risarcimento deciso il tribunale di Verona per i danni conseguenti all'intervento di rimozione di un tumore a cui si era sottoposta nel 2017. L'azienda ospedaliera veronese era già stata condannata in primo grado a corrispondere alla donna 1,6 milioni di euro. Ma finora ne aveva ricevuti solo 50mila.

"Il nosocomio veronese ha corrisposto alle controparti, lo scorso 10 ottobre, la somma di 769.900 euro quale risarcimento del danno, mentre la restante quota è rimasta a carico delle assicurazioni degli altri convenuti", fa sapere l'azienda sanitaria con una nota.

Di Girolamo, parrucchiera con un negozio avviato, un marito e due figle, aveva 36 anni quando è stata operata. Tra il 2016 e il 2017 le era stato diagnosticato un tumore benigno, un "neurinoma dell'acustico delle dimensioni complessive di circa 16 millimetri per 12, collocato in corrispondenza della fossa cranica posteriore".

Ma l'intervento, che era stato descritto come "di routine", l'aveva invece resa tetraplegica e costretta a vivere su una sedia a rotelle, facendole perdere l'uso di gambe e braccia. Secondo gli inquirenti, i danni sarebbero stati causati dall'errore di uno specializzando che forse lasciato solo dal neurochirurgo, avrebbe sbagliato a posizionare la paziente causando danni irreparabili a livello neurologico.

I due medici, accusati di lesioni colpose connesse all'esercizio della professione medica, non sono andati a processo solo perché ha accettato il risarcimento e ritirato la querela.

"Maledetto il giorno in cui mi hanno ridotta così, famigerato 2017 in cui è iniziato il mio incubo", aveva scritto in un recente post su Facebook la sua rabbia. "Avevo solo 36 anni, due figlie da crescere e tanti sogni, in quel maledetto giorno mi hanno tolto tutto, la mia vita è diventata un inferno".

"Nessuno potrà mai restituirmi ciò che mi hanno tolto per sempre, nessuna cifra mi risarcirà di tutto il dolore e l’immane sofferenza – ha detto in un'intervista al Corriere della Sera l’ex parrucchiera – tuttavia i soldi mi servono per curarmi, viste le tante e costose terapie a cui sono costretta costantemente a sottopormi".

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