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In ospedale le diagnosticano una cervicale infiammata ma è emorragia: danni neurologici permanenti

La terribile vicenda arriva da Siena dove la donna ha fatto causa all’Asl locale che è stata ora condannata a risarcirla con oltre un milione di euro. La reali condizioni erano emerse solo due settimane dopo l’accesso in pronto soccorso quando la donna si era sottoposta a una Tac e quindi operata d’urgenza.
A cura di Antonio Palma
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Per i medici del pronto soccorso era una semplice cervicale infiammata ma quei forti disturbi fisici che la donna accusava nascondevano in realtà una gravissima emorragia che le è costata danni permanenti. La terribile vicenda di malasanità arriva da Siena dove la donna ha fatto causa all’Asl locale che è stata ora condannata a risarcirla di oltre un milione di euro.

Come ricostruisce la Nazione, la vicenda risale al lontano 2015 quando la donna accusò i primi sintomi della malattia mentre era al lavoro. I sanitari del 118 la rassicurarono che non era nulla di grave parlando di una cervicale infiammata. Così fecero anche i medici del pronto soccorso a cui la donna si era successivamente rivolta per il persistere di mal di testa, nausea e vomito.

La verità era emersa però solo due settimane dopo quando la donna di sua iniziativa si era sottoposta a una Tac. Dai risultati dell’esame medico infatti si è scoperto che la donna era vittima di un aneurisma e di un’emorragia subaracnoidea. La donna quindi era stata ricoverata d’urgenza all’ospedale di Siena e sottoposta a un delicatissimo intervento chirurgico.

L’operazione però si è rivelata non risolutiva e così anche un secondo intervento. La donna da allora non è stata più autosufficiente e ha perso il lavoro a causa di difficoltà a parlare e problemi neurologici che l’hanno costretta a lunga degenza in un reparto di riabilitazione neurologica.

Il caso è finito così in Tribunale dove l’amministratrice di sostegno della donna ha trascinato l’Asl locale e l’ospedale. Il giudice ha condannato l’Asl al pagamento di un risarcimento di un milione di euro, confermando che una precoce diagnosi avrebbe evitato le conseguenze più gravi della malattia, ma ha assolto l’ospedale perché non ci sarebbero errori tecnici o omissioni nell’operazione chirurgica successiva.

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