In migliaia a Brindisi per il Salento e Puglia Pride: “Chiediamo diritti per noi e i nostri figli”
Per la prima volta a Brindisi è arrivato il Gay Pride ribattezzato "Salento e Puglia Pride". Oltre 3500 persone arrivate da tutta Italia hanno sfilato nel pieno rispetto delle regole anti pandemiche. Il corteo è partito da via Palmiro Togliatti per poi raggiungere il centro. Mascherine e bandiere, perlopiù colorate arcobaleno, hanno invaso le strade del capoluogo, inondando di gioia anche i più scettici sui balconi. “Una manifestazione che chiede diritti, rispetto e di poter amare e essere amati come si vuole” ha spiegato il Sindaco Riccardo Rossi, prima di rivolgere un pensiero anche all'Afghanistan.
Brindisi c’è, contro ogni pregiudizio
“È stato un lavoro lungo e complicato” ha spiegato Luciana Bova, portavoce della Collettiva Trans Femminista Queer Brindisi. “Il percorso è cominciato tre anni fa, ma poi è arrivata la pandemia”, ha aggiunto. Oltre alla già citata Collettiva, la manifestazione ha riunito tantissime realtà del territorio: da Rainbow Network APS a Acque, da Arcigay Salento a LeA (Liberamente e Apertamente), a Arcigay Puglia. “Brindisi c’è ed è molto meglio di quei commenti omotransfobici che si leggono sui social”.
Una città ritrovata: “Da qui volevo scappare”
“Quindici anni fa Brindisi era la città da cui volevo scappare” ha spiegato un manifestante prendendo il microfono sul palco: “Faticavo a chiamarla casa, ma oggi, essere qui, è straordinario”. Gloria Pisacane (LeA – Liberamente e Apertamente) ha poi lanciato una sfida alla politica nazionale: “Sui nostri corpi si scrivono le leggi: ci siamo stancati di essere considerati corpi di serie B”. Il successo del Pride brindisino rimette al centro del dibattito pubblico – anche locale – il tema dei diritti. In attesa di risposte da chi di dovere però, la città pugliese ha scelto l’arcobaleno.