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In Italia un adolescente su dieci vive in povertà: “Non hanno aspettative e hanno paura del futuro”

Nel nostro Paese quasi un adolescente su dieci tra i 15 e i 16 anni vive in condizioni di grave povertà materiale. E questa situazione grava pesantemente sulle aspettative lavorative dei più giovani. A dirlo è una ricerca di ‘Save the Children’, da cui emerge la sfiducia e il timore dei ragazzi per ciò che li attende nel futuro.
A cura di Eleonora Panseri
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Immagine di repertorio
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In Italia quasi un adolescente su dieci tra i 15 e i 16 anni (9,4%) vive in condizioni di grave povertà materiale. Il 17,9% dichiara che i genitori hanno difficoltà nel sostenere le spese per cibo, vestiti e bollette e l’11,6% ammette di non poter comprare un paio di scarpe nuove anche se ne ha bisogno.

Sono solo alcuni dei dati emersi dalla ricerca "Domani (Im)possibili" di Save the Children, presentata oggi, giovedì 30 maggio, nel corso dell’apertura di “IMPOSSIBILE 2024 – Costruire il futuro di bambine, bambini e adolescenti. Ora”, la biennale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza dell’Organizzazione a cui è stata conferita la Medaglia del Presidente della Repubblica.

L’evento, in corso a Roma presso l’Acquario Romano, intende coinvolgere il mondo della politica, dell’economia e dell’impresa, della cultura, del terzo settore, per chiedere maggiori investimenti nei bambini e i giovani, affinché siano un volano per lo sviluppo delle società.

Dalla ricerca emerge chiaramente anche la consapevolezza dei ragazzi che vivono in condizioni di disagio economico circa gli ostacoli che dovranno affrontare nel loro accesso al mondo del lavoro. Il gap tra aspirazioni e aspettative concrete di avere un lavoro ben retribuito è infatti molto maggiore per questi ragazzi rispetto ai coetanei che vivono in condizioni economiche migliori.

La condizione di povertà economica, infatti, grava pesantemente sulle aspettative degli adolescenti. Se le "aspirazioni" per il futuro risultano essere piuttosto uniformi tra tutti i ragazzi e le ragazze, per quanto riguarda le "aspettative" (gli obiettivi che si ritiene verosimilmente di poter raggiungere) il quadro cambia drasticamente. Più di un ragazzo su quattro afferma che non finirà la scuola e andrà a lavorare. Mentre il 67,4% teme che, se anche lavorerà, non riuscirà ad avere abbastanza risorse economiche.

Le ragazze più scoraggiate dei coetanei maschi, una su tre afferma che non riuscirà a fare ciò che desidera

Le più scoraggiate, secondo quanto emerso dalla ricerca, sono le ragazze: a prescindere dal contesto in cui crescono, infatti, hanno aspettative più alte dei coetanei sugli studi, ma bassissime sul futuro nel mondo del lavoro. Nonostante il 69,4% pensi che frequenterà sicuramente l’università (contro il 40,7% dei maschi), ben il 46,1% delle ragazze ha paura di non trovare un lavoro dignitoso (rispetto al 30,5% dei ragazzi) e una su tre (29,4%) afferma che non riuscirà a fare ciò che desidera, a fronte del 24,3% dei ragazzi.

Guardando al proprio futuro, nonostante quasi la metà degli adolescenti intervistati provi sentimenti positivi, più del 40% ne vive di negativi come ansia (24,8%), sfiducia (5,8%) o paura (12,1%) e il 10,5% non pensa al futuro. La maggior parte è ben cosciente del peso delle disuguaglianze: quasi due terzi (64,6%) pensano che oggi in Italia una ragazza o un ragazzo che vive in famiglie con difficoltà economiche dovrà affrontare molti più ostacoli rispetto ai coetanei più abbienti, dimostrando grande consapevolezza su un ascensore sociale ormai bloccato.

Più in generale, le sfide principali che vedono all’orizzonte sono le crisi climatiche (43,2%), l’intelligenza artificiale (37,1%), le discriminazioni e la violenza (34,8%). Prevale la sfiducia nelle capacità delle istituzioni di mettere in campo politiche per ridurre le disuguaglianze (59,7%).

Per aiutare i giovani a uscire dalla condizione di deprivazione, gli adolescenti chiedono alle istituzioni pubbliche di intervenire in primo luogo con il sostegno economico per le famiglie in povertà (50,9%) e, al secondo posto, con l’introduzione di un sostegno psicologico gratuito per tutte le ragazze e i ragazzi (49,4%), confermando come il diritto al benessere psicologico sia diventato per la prima volta, grazie a loro, una vera priorità.

Il Presidente di Save the Children: "Serve intervento strategico per contrasto alla povertà"

“A causa di una grave ingiustizia generazionale, in Italia sono proprio i giovani i più colpiti dalla povertà. Ascoltando la voce dei ragazzi e delle ragazze, abbiamo rilevato che questa condizione incide non solo sul loro presente, ma chiude le loro aspettative per il futuro”, ha osservato Claudio Tesauro, Presidente di Save the Children.

“È inaccettabile vedere adolescenti in condizioni di grave deprivazione economica, già consapevoli di fronte agli ostacoli da superare per trasformare le loro aspirazioni in un concreto progetto di vita. Ragazze e ragazzi che pensano di dover lasciare la scuola per andare a lavorare, temono di non potersi permettere l’università e di non ottenere domani un lavoro dignitoso. È un allarme che non deve rimanere inascoltato", ha aggiunto Tesauro.

Per affrontare queste gravi disuguaglianze serve, secondo il Presidente, un "intervento strategico di contrasto alla povertà minorile, che comprenda un sostegno adeguato alle famiglie e il potenziamento strutturale dell’offerta educativa, scolastica ed extrascolastica. Il tema del futuro dei più giovani va messo al centro delle scelte economiche del Paese. Con la consapevolezza che è l’investimento più importante per lo sviluppo. Siamo alla vigilia delle elezioni europee e ai candidati chiediamo che la lotta contro la povertà delle bambine, dei bambini e delle loro famiglie sia una priorità della politica”.

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