In Italia terapie intensive oltre la soglia di rischio: “Occupato il 39% dei posti letto”
Il contagio rallenta, ma non il flusso di pazienti Covid negli ospedali. Il messaggio di Silvio Brusaferro è chiaro: "C'è un rallentamento della crescita della curva epidemica in Italia e oggi vediamo i primi segnali di stabilizzazione", spiega il medico illustrando il monitoraggio settimanale dell'Istituto superiore di sanità. Ma aggiunge anche che, come già successo in passato, gli ingressi in terapia intensiva e l'occupazione dei posti letto in ospedale inizieranno a calare solo più avanti, quando si confermerà una diminuzione dei contagi settimanali. E lo stesso discorso vale per le vittime giornaliere di Covid, dato che, al momento, non accenna a calare.
Brusaferro ha spiegato che, anche questa settimana, cresce la quota di pazienti Covid ricoverati in terapia intensiva: si passa dal 36% dei posti in rianimazione occupati da persone affette da coronavirus al 16 marzo, al 39% del 23 marzo. Al livello di unità, invece, il medico del Comitato tecnico scientifico ha aggiunto che si è passati dai 3.256 pazienti in terapia intensiva della settimana precedente – calcolati su tutto il territorio nazionale – ai 3.546 della scorsa. L'aumento è di 290 pazienti in totale. La crescita era stata importante anche nel precedente monitoraggio dell'Iss, quando era stato rilevato un aumento dei posti occupati in terapia intensiva dal 31% al 36%.
Per ciò che riguarda invece i posti letto in aree mediche, Brusaferro ha sottolineato che, anche in questo caso, c'è un netto aumento. Ad oggi la quota di pazienti Covid in ospedale, ma non in terapia intensiva, è del 43% dei posti letto totali. Già la settimana scorsa aveva superato la soglia critica del 40%. Si è passati dai 26.098 ricoverati del 16 marzo ai 28.428 del 23 marzo. L'aumento, a livello nazionale, è quindi di 2.330 ricoverati in più per Covid in una settimana.