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Covid 19

In Italia rallenta la curva dei contagi Covid, Locatelli (Cts): “Segnali di netta decelerazione”

Franco Locatelli (Cts) è intervenuto ieri sera a Che tempo che fa su Rai 3 spiegando che “ci sono dei segnali che vi è una netta decelerazione e potremmo anche aspettarci nei prossimi giorni una riduzione del numero dei casi Covid in Italia”. Ma attenzione a non sottovalutare Omicron: “Non banalizziamo dicendo che si tratta di un raffreddore”.
A cura di Ida Artiaco
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La curva dei contagi Covid in Italia comincia a rallentare dopo l'impennata degli ultimi giorni. È quanto ha spiegato Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore della Sanità e membro del Comitato tecnico scientifico, intervenendo ieri sera a Che tempo che fa su Rai 3. "Nell'ultima settimana – ha precisato l'esperto – l'incremento è stato significativamente inferiore rispetto alla settimana precedente. In particolare gli ultimi 4 giorni il numero dei nuovi contagiati è stato costantemente sotto i 200mila. Se paragoniamo questa domenica a quella precedente, ci sono seimila casi in meno. Ecco perché, pur mantenendo un'attenzione massima sul tema e un'assoluta prudenza, ci sono dei segnali che vi è una netta decelerazione e potremmo anche aspettarci nei prossimi giorni una riduzione del numero dei casi. Un po' come del resto si vede nel Regno Unito, dove si verificano sempre meno casi e il numero di nuovi ammessi nelle strutture ospedaliere è in decrescita".

Per Locatelli "Omicron non è un raffreddore"

Tuttavia, anche se ci sono evidenze che la curva nel nostro Paese si sta raffreddando, non è ancora possibile abbassare la guardia in questo momento, considerando la contagiosità della variante Omicron. "Ci sono chiare evidenze che, nelle nostre rianimazioni e in paesi in cui si è manifestata prima che in Italia, una quota consistente di malati affetti dalla variante Omicron, a dispetto di una popolazione giovane, perde la vita. Quindi non banalizziamo dicendo che si tratta di un raffreddore", ha messo in guardia Locatelli, che ha anche aperto alla possibilità di un vaccino specifico per la nuova variante: "Avrebbe assolutamente senso per via dell'effetto di una perdita parziale di efficacia in termini di anticorpi neutralizzanti. Per quanto Omicron sia connotata da minor pericolosità, non fare l'errore di sottovalutarla".

Quarta dose e vaccino specifico per la nuova variante

Sull'eventualità di una dose booster ogni 4 mesi, infine, il membro del Cts frena: "I dati che ci arrivano dal Regno Unito dicono che a più di 10 settimane dalla somministrazione della dose booster la protezione rimane ampiamente vicino al 90%. Quindi solamente i tempi di osservazione e indagini condotte ci diranno se ci sarà necessità. Semmai, ci sarà un occhio particolarmente attento verso i fragili. Per loro il discorso potrebbe essere significativamente diverso". Resta comunque fondamentale fare la terza dose: "Il rischio di un non vaccinato è trenta volte superiore di un vaccinato con booster di finire nelle terapie intensive e nei soggetti sopra gli 80 anni di età, aumenta di 70 volte. Oggi abbiamo superato la soglia degli 850mila bambini con la prima dose e dobbiamo continuare così"

Colori delle Regioni e auto-testing per fine quarantena

Locatelli ha poi commentato le richieste avanzate dalle Regioni per semplificare le regole anti Covid e che saranno al centro di un tavolo ad hoc. "Il sistema di colorazione – ha detto – è stato elaborato dal ministero della Salute in accordo con le Regioni in un'epoca diversa. Che si possa arrivare a una riconsiderazione è nella logica delle cose". Per quanto riguarda, infine, lo stop alla quarantena per i positivi asintomatici e con booster o seconda dose da meno di quattro mesi e la possibilità di auto-testing "è considerabile esplorare strategie di tracing, ma nell'ambito di sperimentazioni ben controllate".

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