In Italia livelli di mortalità in aumento: per l’Istat è colpa anche dei cambiamenti climatici
Secondo l'Istat l'aumento della mortalità in Italia è da connettere anche all'effetto del cambiamento climatico. In particolare le ondate di calore colpiscono la popolazione più anziana e fragile. Nel 2015, nel 2017 e nel 2022 si sono registrati livelli di mortalità superiore alle aspettative (escludendo il 2020 dove l'impatto della pandemia di Covid-19 è stato drammatico), una circostanza che negli ultimi vent'anni si era registrata solo nel 2003. "Un segnale apparentemente inequivocabile, di quanto i cambiamenti climatici stiano assumendo rilevanza crescente anche sul piano della sopravvivenza, nel contesto di un Paese a forte invecchiamento", si legge nel report dell'Istat che riporta gli indicatori demografici per il 2022.
Nel 2022 in Italia si sono registrati in tutto 713mila decessi, di questi circa il 40% sono avvenuti nei mesi più rigidi (dicembre e gennaio) e più caldi (luglio e agosto), una mortalità più alta che coinvolge soprattuto le donne. Una dinamica simile era avvenuta nel 2003, 2015 e 2017, quando "si erano registrati degli incrementi dei decessi rispetto all’anno precedente rispettivamente del 5,2%, 8,2% e 5,5% e anche in questi anni la quota per i mesi di gennaio, luglio, agosto e dicembre era risultata significativa, portandosi sopra il 35%".
Il report Istat ci racconta un'Italia mai così anziana e dove non sono mai nati così pochi bambini. Per la prima volta dopo ben 160 anni i nuovi nati sono meno di 400.000, la popolazione invecchia e diminuisce anche in termini assoluti. L'età media poi è sempre più alta: se nel 2020 era di 45,7 anni, nel 2023 è di 46,4 anni. Praticamente un italiano ogni quattro è over 65, e gli ultracentenari sono più di ventimila. L'invecchiamento della popolazione e la crisi demografica non sono neanche bilanciati dai flussi di nuovi cittadini che arrivano tramite i processi migratori: anche con l'aumento dei cittadini stranieri il saldo rimane negativo.