In Italia il record di chi il lavoro non prova più nemmeno a cercarlo
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In Italia ci sono 3,55 milioni di persone ai margini del mercato del lavoro: un vero e proprio esercito di cittadini che non hanno un'occupazione e non la cercano nemmeno, per sfiducia, disinteresse o indolenza. Il rapporto pubblicato da Eurostat indaga sui cosiddetti "scoraggiati", stilando una classifica nella quale il nostro Paese è al primo posto in Europa, con numeri decisamente preoccupanti. Nell'Unione europea, infatti, ci sono 11,4 milioni di lavoratori potenziali, un quarto solo nel nostro Paese. Se in Germania i lavoratori potenziali sono solo il 2,4% della forza lavoro complessiva, in Italia sono il 14%. C'è chi è disponibile a lavorare, ma non cerca un impiego e chi riesce a trovarlo ma non è disponibile da subito a lavorare: il risultato cambia relativamente poco, dal momento che si tratta di persone fuori dal mercato del lavoro.
A questi dati, l’Eurostat aggiunge quelli relativi ai lavoratori part time sottoccupati, ovvero quella fetta di popolazione che ritiene di essere impiegata meno del suo potenziale e che in molti casi è costretta ad accettare lavori che non soddisfano i propri bisogni economici. In Europa i sottoccupati sono complessivamente 10 milioni, di cui 748mila in Italia (corrispondenti circa al 3,3% del totale degli occupati). Negli anni della crisi, poi, è cresciuto a livello europeo il numero delle persone che, pur volendo un lavoro, ha smesso di cercarlo: +1,8 milioni, sia pure con un trend in progressiva diminuzione.
Vale la pena di sottolineare che i dati Eurostat si riferiscono alle persone fra i 15 e i 74 anni, ma che per il nostro Paese acquista particolare rilevanza considerare solo la fascia "giovani" e incrociare tali dati con quelli relativi ai cosiddetti NEET, ovvero i giovani che non studiano né lavorano: