In Italia è ancora allarme amianto: nel 2023 7mila morti e 10mila nuovi malati
Sessantamila persone sono morte in Italia negli ultimi dieci anni per malattie asbesto correlate. Nel solo 2023 l'Osservatorio Nazionale Amianto ha censito circa duemila casi di mesotelioma, con un indice di mortalità, rapportato ai 5 anni antecedenti, di circa il 93% dei casi. Nello stesso anno sono state circa quattromila le nuove diagnosi di tumore del polmone per esposizione ad amianto (al netto del fumo e degli altri agenti cancerogeni), con un indice di sopravvivenza (a 5 anni) stimato del 12% per un calcolo di circa 3.500 decessi. Va inoltre considerato che l'amianto provoca asbestosi con ripercussioni cardiache – segnala l'Osservatorio in una nota – con un impatto che è stato censito nella misura di 500 decessi, cui vanno aggiunte le altre neoplasie, tra cui il cancro della laringe, della faringe, dell'esofago, dello stomaco, del colon, delle ovaie, e il colangiocarcinoma del fegato, con un impatto complessivo di più di 7mila decessi e di 10mila nuovi malati.
I dati sono stati comunicati in occasione della Giornata mondiale delle vittime di amianto che si celebra oggi, domenica 28 aprile. "In questo giorno, in cui si ricordano le vittime dell'amianto rivolgiamo un appello alla premier Meloni perché torni nell'agenda di governo – afferma Ezio Bonanni, presidente dell'Osservatorio -. Ricordiamo che soltanto la bonifica e messa in sicurezza può evitare le esposizioni ad amianto e quindi le future diagnosi di malattie asbesto correlate che, purtroppo, in più del 90% dei casi si tramutano in una sentenza di morte". L'Osservatorio spiega, inoltre, che "ogni anno ci sono 10mila nuove diagnosi, in prevalenza uomini". Le regioni a maggior rischio sono "la Lombardia, il Piemonte, la Liguria e il Lazio, che rappresentano oltre il 56% dei casi segnalati, con una media annua di casi diagnosticati compresa tra 1.500 e 1.800".
Attualmente nel nostro Paese sono presenti "40 milioni di tonnellate di amianto all'interno di 1 milione di siti e micrositi, di cui 50mila industriali, e 42 di interesse nazionale. La situazione è ancora più drammatica – aggiunge l'Osservatorio – in quanto il pericoloso cancerogeno è presente anche negli edifici di 2.500 scuole (stima 2023), all'interno delle quali sono esposti più di 352mila alunni e 50mila soggetti del personale docente e non docente. Ancora, 1.500 biblioteche ed edifici culturali compresi almeno 500 ospedali (stima per difetto perché la mappatura Ona è ancora in corso), hanno componenti in amianto nelle strutture e negli impianti tecnici, in particolare termici, elettrici e termoidraulici".