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In Italia ci sono 650mila famiglie che aspettano una casa popolare

I dati Ance: in Italia 650mila famiglie aspettano un alloggio pubblico, un terzo delle famiglie in affitto spende per l’abitazione il 40% del reddito. Oltre 21 milioni di persone vivono nelle città metropolitane e oltre 2 milioni di famiglie vogliono cambiare casa.
A cura di Susanna Picone
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In Italia ci sono 650mila famiglie in attesa di una casa popolare, mentre un terzo delle famiglie in affitto spende per l'alloggio il 40% del proprio reddito. A illustrare i dati è l’Ance (Associazione nazionale costruttori edili), che stima anche che nel nostro Paese più di 21 milioni di persone vivono nelle città metropolitane e oltre due milioni di famiglie vogliono cambiare casa.

"Chiediamo al governo di dare finalmente avvio a un piano complessivo per le città. Le proposte ci sono, è arrivato il momento di metterle in pratica", così la presidente Federica Brancaccio, secondo cui è qui che ci giochiamo il futuro del Paese. L’Associazione chiede di agire su quattro leve: urbanistica, una nuova sinergia tra pubblico e privato, leva finanziaria-fiscale e una nuova governance statale con fondi stabili. Chiedono procedure "accelerate e semplificate" e poi la "valorizzazione e dismissione di immobili pubblici favorendo la partnership pubblico-privato". Un modello che servirebbe per garantire un'offerta abitativa più ampia.  Ance chiede anche incentivi, dal punto di vista fiscale, per ridurre i costi di produzione e vendita e rendere la casa accessibile.

SEI IN ATTESA DI UN ALLOGGIO POPOLARE? RACCONTA LA TUA STORIA A FANPAGE.IT

All'appello dell’Associazione hanno risposto sia il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che il sottosegretario al Mit, Tullio Ferrante. Per Tajani per fare rigenerazione urbana "è fondamentale coinvolgere gli investitori privati" mentre il governo con le sue politiche urbanistiche punta a "valorizzare il patrimonio immobiliare". Ma "il nostro alto debito e i limiti di bilancio – ha aggiunto – ci obbligano a una particolare oculatezza nella gestione della spesa pubblica". "Per noi – ha detto ancora Tajani – la casa viene prima di tutto in quanto rappresenta il bene rifugio e il risparmio delle famiglie italiane".

"Parlare di rigenerazione urbana significa porre l'accento su un tema molto più ampio, come il miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Un obiettivo primario al quale si affianca il tema della crescita, che impone di rispondere alle esigenze del settore edilizio e delle sue imprese. Non può esserci rigenerazione senza la demolizione e la ricostruzione, lo sviluppo sociale deve andare di pari passo con il sostegno all'economia reale: è per questo l'approccio politico che ha ispirato tutti i nostri interventi", il commento invece del sottosegretario al Mit.

"Questo Governo – ha aggiunto – ha sin dal suo insediamento dato massima priorità al tema della rigenerazione, fil rouge di una serie di provvedimenti adottati per l'attualizzazione ed il rilancio delle norme su cui si fonda il comparto edilizio. L'obiettivo è quello di giungere ad una revisione più ampia del testo unitario delle costruzioni su cui, come Mit e come Governo, stiamo già lavorando, con la prospettiva di ripartire da una legge-madre che tocchi tutti i settori strategici. La rigenerazione urbana sottende un cambio di paradigma nel modo di vedere e vivere le nostre città ed è nostro intendimento permettere al Paese di voltare definitivamente pagina, proponendosi quale modello virtuoso anche nel panorama internazionale".

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