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“In Italia 200 gallerie sono a rischio crolli”, Aiscat smentisce allarme del Ministero

Il Consiglio Superiore dei Lavori pubblici, organo tecnico del Ministero delle Infrastrutture, ha elaborato un dossier nel quale evidenzia come in Italia ci siano ben 200 gallerie a rischio, di cui 105 si trovano sulla rete in concessione ad Autostrade per l’Italia e altre 90 ad altre società. Il documento, inviato alla direzione del Mit, ad Aspi, ai Vigili del Fuoco e a tutti i Provveditorati dell’Opere pubbliche, è venuto fuori tra i documenti sequestrati dalla Procura di Genova che ha aperto un’inchiesta dopo il crollo nella galleria Bertè sulla A26. Aiscat smentisce: “Sono solo ritardi nell’adeguamento Ue”.
A cura di Ida Artiaco
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In Italia ci sono ben 200 gallerie a rischio crolli su tutto il tratto autostradale. Per la precisione, 105 si trovano sulla rete in concessione ad Autostrade per l'Italia e altre 90 ad altre società. L'allarme arriva direttamente dal Ministero delle Infrastrutture, che ha elaborato un dossier, che il quotidiano La Repubblica ha potuto visionare, nel quale si evidenzia una gestione scellerata non solo a carico di Aspi ma anche di altre concessionarie.Il documento, che è stato elaborato dal Consiglio Superiore dei Lavori pubblici, organo tecnico in seno al Ministero delle Infrastrutture, è venuto fuori tra i documenti sequestrati dalla Procura di Genova, che ha aperto un'inchiesta dopo il crollo nella galleria Bertè sulla A26 avvenuto il 30 dicembre  scorso, dove sono precipitate ben due tonnellate di detriti che per miracolo non hanno colpito le auto che stavano transitando. Il dossier, inviato dai tecnici del Dicastero alla direzione del Mit, ad Aspi, ai Vigili del Fuoco e a tutti i Provveditorati dell'Opere pubbliche, era stato elaborato due mesi prima della tragedia sfiorata e già evidenziava una situazione pericolosa.

Cosa dice il dossier del Ministero delle Infrastrutture sui tunnel a rischio

La maggior parte delle strutture segnalate non sarebbero a norma rispetto alla direttiva europea 54 del 2004 sui requisiti minimi di sicurezza. Ciò vuol dire che, ad esempio, che tutti i tunnel di oltre 500 metri presentano pericoli di incidenti o crolli, sono privi di impermeabilizzazione e soggetti a infiltrazioni di acqua. Non solo: sono privi di sistemi di sicurezza, di corsie di emergenza e vie di fuga, oltre che di videosorveglianza, di sensori di rilevamento fumi e sistemi di allarme antincendi, e di luci di guida in caso di evacuazioni. Soprattutto, manca nella maggior parte dei casi un responsabile che effettui dei controlli.

L'elenco delle maggiori gallerie a rischio crolli

Dunque, l'esistenza di centinaia di gallerie non a norma era un fatto risaputo. Delle 105 infrastrutture a rischio gestite da Aspi, una decina si trovano tra Piemonte, Liguria ed Emilia Romagna. Sulla famosa A26 ci sarebbero la Turchino e la Mottarone. E poi ancora la Coronata sulla A10, vicina al Ponte di Genova, sulla a A12 c'è la Veilino, la Monte Sperone e la Maddalena, sulla A7 la Genova-Milano Serravalle, la Monreale e la Monte Galletto, sulla A23 la Tarvisio, sulla A14 la Pedaso. E l'elenco è ancora lungo. Resta da capire se il dossier in questione sia stato stato ignorato oppure se i vari organi che l'hanno ricevuto si sono mossi per mettere in regola le gallerie. Intanto, Aspi ha precisato che l'adeguamento degli impianti nelle gallerie gestite da Autostrade per l'Italia è in corso nel 90% dei casi, mentre per il restante 10% sono state avviate le gare d'appalto per l'aggiudicazione dei lavori.

Aiscat: "Non ci sono 200 gallerie a rischio, solo ritardi nell'adeguamento Ue"

"In Italia non ci sono 200 gallerie a rischio", così l‘Aiscat, l'associazione delle concessionarie autostradali italiane in un comunicato ha voluto smentire quanto emerso oggi dopo la pubblicazione di un dossier del Ministero delle Infrastrutture sulla condizione delle autostrade. "Con riferimento alle notizie allarmistiche diffuse dagli organi di stampa sullo stato delle gallerie di lunghezza superiore ai 500 metri, Aiscat ritiene doveroso chiarire che è profondamente sbagliato e fuorviante collegare i ritardi nell'adeguamento alla normativa europea con qualsiasi problema di sicurezza strutturale delle gallerie stesse" si legge infatti nella nota diffusa dall'associazione.

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