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In fuga d’amore con una ragazzina di 16 anni, Maria Luisa Rapisarda finisce a processo per sottrazione di minore

Nel 2017 la quarantasettenne siciliana Maria Luisa Rapisarda fece perdere le sue tracce per oltre un mese insieme alla piccola Elena Di Giovanni, 16 anni. Andrà a processo con l’accusa di sottrazione di minore aggravata da libidine. All’indomani del ritrovamento la donna si giustificò: “Ci amavamo”.
A cura di Angela Marino
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Andrà a processo con l'accusa di sottrazione di minore aggravata da libidine Maria Luisa Rapisarda, la 47enne che a settembre 2017 ha fatto perdere le sue tracce da Cuneo, insieme alla piccola Elena Di Giovanni, 16 anni, sottratta alla madre per una rocambolesca ‘fuga d'amore'. Si sono appena concluse, infatti, le indagini condotte dal pm Alberto Braghin, che in questi mesi ha raccolto tutti gli elementi necessari a formalizzare l'accusa contro la 47enne siciliana. Le indagini difensive della parte civile rappresentata da Annunziata Cozzolino, la madre di Elena, invece, sono state condotte dagli avvocati Antonio La Scala, presidente di Penelope Italia e Luciano Aimar, con l'ausilio della psicologa Silvia Bassi e della grafologa forense Cristina Sartori.

La fuga è iniziata il 4 agosto 2017 e si è conclusa il giorno 9 settembre, dopo poco più di quattro settimane passate tra la Sicilia e la Germania, dove la donna e la ragazzina erano state più volte avvistate dagli spettatori del programma ‘Chi l'ha visto?' da dove la madre di Elena aveva denunciato la sua scomparsa. L"ipotesi dell'accusa e quella della parte civile è che la piccola sia stata indotta dalla Rapisarda, una donna adulta, quindi per lei una figura carismatica, a fare scelte di cui non non conosceva il valore, così lasciando che la portasse lontano dai suoi affetti e la sottraesse alla responsabilità della madre. A supporto di questa tesi ci sono le consulenze realizzate dalla psicologa Bassi e dalla grafologa forense Cristina Sartori, che, l'una sulla base dei colloqui con la minore, l'altra sulla base dei suoi scritti, hanno accertato il livello di maturità della ragazzina all'epoca dei fatti e dunque, la sua consapevolezza di quanto stava accadendo.

"La amavo, l'ho fatto per amore" ha detto la Maria Luisa Rapisarda in sua difesa, ma anche sulla consapevolezza del ‘legame' sentimentale rivendicato dalla donna, ci sarà da discutere. In quanto minore, infatti, Elena non era in grado di esprimere un consenso libero ‘all'amore' di quella che per il tribunale resta una presunta sequestratrice.

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