In fuga dalla guerra in Ucraina, Sasha scompare a 4 anni. L’appello della mamma: “Aiutateci”
Ore di apprensione per la famiglia del piccolo Sasha, bimbo di 4 anni scomparso mentre con la nonna stava fuggendo dalla guerra in Ucraina. Il piccolo ha attraversato il fiume Dnepr su una barca che è stata colpita e affondata dai russi, dopo aver abbandonato la sua casa in un paesino tra Kiev e Chernobyl ma non si trova più da circa un mese (la sparizione risale infatti al 10 marzo scorso). La la nonna invece è stata trovata morta. I genitori si sono rivolti ad una serie di associazioni affinché possano diffondere l'appello anche in Italia, dove è stato rilanciato dall'Associazione Cittadini del Mondo Odv di Cagliari, che da vent’anni si occupa di accoglienza di minori nell’ambito di programmi di solidarietà internazionale, ed è stato confermato all'ANSA dal console onorario ucraino in Sardegna, Anthony Grande, che ha sentito direttamente la madre del piccolo, la signora Anna, e l'amica di famiglia che fa da interprete per l'italiano, la signora Cristina Kukuyan.
"Il bambino scomparso si chiama Alexander (Sasha) Zdanovich Yahno, ha 4 anni ed è nato il 4 marzo del 2018. Altezza circa 110 cm, occhi marroni, capelli castani e taglio a caschetto – ha precisato l'associazione che ha tradotto l'appello dall'ucraino – Alexander è scomparso lo scorso 10 marzo, in fuga dalla regione di Kiev, insieme alla nonna e altre sei persone e due cani, attraversando con una barca il fiume Dnepr. Purtroppo la nonna è stata rinvenuta morta, anche la barca è stata ritrovata. Il bambino era l'unico che indossasse un giubbotto di salvataggio".
Non si hanno al momento indicazioni certe se il bambino si trovi ancora in territorio ucraino o se sia stato già portato in salvo all'estero, sono arrivate alcune segnalazioni da Verona e Napoli ma non si è stati in grado di verificarle. per cui continuano le ricerche. "I genitori rimasti in patria sono disperati. Chissà cos’è successo – ha detto al Corriere della Sera l'amica italiana della mamma di Sasha -, forse era scioccato e non parlava più. I volontari dicono che è finito al confine con la Polonia, passando per L’viv e che al confine altri volontari l’hanno fatto salire su un pullman diretto in Italia con molti bambini, tutti rifugiati. Ho provato a contattare varie associazioni, anche la Croce Rossa, ma mi dicono tutti che non possono fare molto per via dell’identificazione di un bambino non accompagnato e rifugiato".