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In fin di vita, si sposa in terapia intensiva: subito dopo le nozze arriva il trapianto che lo salva

La storia di Maurizio, paziente “in fin di vita” in terapia intensiva di cardiochirurgia in condizioni critiche che chiede di sposarsi con la compagna da cui ha avuto un figlio due mesi fa. Ma poi arriva il regalo di nozze più atteso: un cuore nuovo. Viene salvato nella notte con un trapianto.
A cura di Gianluca Orrù
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Maurizio e Silvia si sposano in terapia intensiva
Maurizio e Silvia si sposano in terapia intensiva

Maurizio, 47 anni, nel mese di giugno viene ricoverato in un ospedale della provincia di Cuneo per un infarto massivo del ventricolo sinistro, viene sottoposto alle prime cure e trasferito d’urgenza nel reparto di Terapia Intensiva post-cardiochirurgica, a Torino.

Le sue condizioni cliniche peggiorano e si rende necessario l’impianto di un sistema di assistenza circolatoria meccanica (ECMO) che lo stabilizza.

La strategia funziona, la sua vita è salva ma progressivamente si evidenziano problemi legate alla terapia scoagulante, necessaria per l’ECMO, che impongono la richiesta urgente di un cuore nuovo.

Il paziente viene inserito in lista per un trapianto in urgenza nazionale attraverso il Centro Regionale Trapianti del Piemonte, diretto dal professor Antonio Amoroso, ma non si può sapere quando e se verrà mai trapiantato.

Tutto il reparto assiste al matrimonio "in fine vita"
Tutto il reparto assiste al matrimonio "in fine vita"

L'uomo è diventato padre da pochi mesi, sente la morte avvicinarsi e così chiede di potersi sposare con la propria compagna Silvia, 42 anni, proprio mentre è intubato in ECMO e ricoverato in terapia intensiva.

Il matrimonio viene definito “in fine vita” e viene celebrato dall’Ufficiale di Stato Civile del Comune di Torino nel pomeriggio con palloncini e cuori rossi illuminati dalla luce del diafanoscopio, il macchinario che illumina le radiografie e che si trova proprio a fianco del suo letto, al fondo del quale non ci sono i fiori ma le fotografie della piccola figlia di appena due mesi.

Accanto a lui la sposa con un bouquet speciale fatto con i tappi colorati delle provette dei prelievi di sangue.

Si sposa intubato in terapia intensiva di cardiochirurgia in condizioni critiche, poi la sorpresa più grande, un regalo di matrimonio inaspettato che arriva dal destino: un cuore compatibile da trapiantare.

Un vero e proprio dono di nozze: la segnalazione da parte del Centro Nazionale Trapianti di un donatore compatibile. Da lì iniziano i preparativi, non per il ricevimento nuziale ma per l’organizzazione del trapianto.

La coppia ha una figlia di appena 2 mesi
La coppia ha una figlia di appena 2 mesi

Il donatore è a Napoli, lontano centinaia di chilometri. Parte un volo speciale per il prelievo del cuore, la sala operatoria a Torino viene allestita per il giovane sposo.

Tutto è pronto e si può procedere. Fuori dalla sala la moglie attende con ansia notizie. Il cuore nuovo arriva a Torino dopo 12 ore dal matrimonio, il trapianto viene eseguito dal professor Massimo Boffini dell'équipe del professor Mauro Rinaldi, con l’aiuto della dottoressa Erika Simonato e del dottor Matteo Marro e degli anestesisti dottori Andrea Costamagna e Daniele Ferrero. Il cuore riparte perfettamente, l’ECMO non serve più: può essere rimosso.

La sposa Silvia, 42 anni, con il bouquet fatto di provette
La sposa Silvia, 42 anni, con il bouquet fatto di provette

Dopo l’intervento durato oltre sette ore, il paziente ritorna nel suo letto della terapia intensiva, adesso senza ECMO e con un cuore nuovo perfettamente funzionante, sua moglie scoppia in un pianto di gioia liberatorio.

Il decorso post-operatorio si svolge in modo regolare, il paziente viene estubato e risvegliato e dopo qualche giorno viene trasferito nell’Unità Coronarica della Cardiologia universitaria (diretta dal professor Gaetano Maria De Ferrari). Attualmente si trova nel reparto di degenza di cardiochirurgia per proseguire le cure.

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"È una doppia notizia bellissima a lieto fine per l'uomo e per la coppia – così il dottor Giovanni La Valle, direttore Genrale della Città della Salute di Torino –  complimenti alle nostre équipes ed al sistema trapianti, che ancora una volta si confermano punto di eccellenza della Città della Salute, ma ancor di più complimenti e congratulazioni ad un uomo e ad una coppia nati e poi rinati dopo il trapianto di cuore. Che sia per questo nuovo nucleo familiare un inizio di una nuova vita felice insieme”.

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