In Europa l’epidemia d’influenza aviaria più grande di sempre: Italia seconda per numero di focolai
Quasi 2.500 focolai, 47,5 milioni di uccelli abbattuti negli allevamenti, oltre 3.500 casi negli esemplari selvatici.
Sono i numeri della più grande epidemia di influenza aviaria mai vista in Europa secondo l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc).
Gli ultimi dati forniti dai due enti sanitari mostrano per l'esattezza 2.467 focolai e 48 milioni di volatili abbattuti negli allevamenti colpiti, 187 rilevamenti nei volatili in cattività e 3.573 casi in quelli selvatici. L'Italia è il secondo Paese per numero di focolai negli allevamenti (317) dopo la Francia (1.383).
Senza precedenti anche l’estensione geografica dell’epidemia, che va dalle isole Svalbard, in Norvegia, al Portogallo meridionale interessando 37 Paesi europei. Malgrado il rischio di trasmissione all’uomo sussista, esso è classificato dalle agenzie europee competenti come basso, e da basso a medio per i soggetti esposti per motivi professionali.
"Fortunatamente non ci sono state infezioni umane durante i recenti focolai di influenza aviaria nell’Ue/See. Tuttavia, diversi gruppi di persone, soprattutto quelli che lavorano nel settore animale, sono a maggior rischio di esposizione ad animali infetti. È fondamentale che i medici, gli esperti di laboratorio e gli esperti sanitari, sia del settore animale che umano, collaborino e mantengano un approccio coordinato. È necessario vigilare per identificare il più precocemente possibile le infezioni da virus influenzali e per informare le valutazioni del rischio e le azioni di sanità pubblica", ha dichiarato Andrea Ammon, direttrice dell’Ecdc.
L’Ecdc ha pubblicato le nuove linee guida sottolineando l’importanza delle misure di sicurezza e salute sul lavoro da adottare necessariamente nei luoghi in cui non sia possibile evitare il contatto con gli animali.
Provvedimenti che devono essere invece potenziati dove è stata individuata l’influenza negli animali. I datori di lavori devono non solo garantire che vengano adottati tutti i criteri tecnici, organizzativi, di manutenzione e di igiene necessaria per prevenire l'infezione dei lavoratori, ma anche valutare periodicamente la valutazione del rischio sui luoghi stessi. Le misure per prevenire il contagio includono l'evitare la formazione di aerosol e polveri, un'adeguata ventilazione, e la separazione degli indumenti di lavoro da quelli personali.