In carcere da 19 mesi, inizia il processo in Egitto a Patrick Zaki: rischia altri 3 anni e 5 mesi
Inizia oggi il processo a Patrick Zaki, lo studente egiziano dell'Università di Bologna in carcere in Egitto dal febbraio dello scorso anno. Alle 10.40 ora locale e italiana è iniziata a Mansura la sessione in cui è inserita la prima udienza del processo allo studente. Presenti nell’aula del Palazzo di Giustizia la sorella, Marise, e il padre, George, assieme ad almeno quatto giovani attivisti o simpatizzanti. La sala era gremita con una sessantina di persone sedute e altre in piedi. Al momento delle prime comunicazioni dei giudici agli avvocati, Patrick non era ancora arrivato.
Contestato a Patrick Zaki un articolo del 2019
Come reso noto da ong egiziane, il rinvio a giudizio dello studente di Bologna è con l'accusa di "diffusione di notizie false dentro e fuori il Paese" sulla base di un articolo scritto da Zaki nel 2019 sui cristiani in Egitto. Dalle informazioni diffuse ieri da ong e da Amnesty, sembra che le accuse più gravi, quelle di istigazione al rovesciamento dello Stato e al terrorismo che erano basate su dieci post di un account Facebook, siano cadute.
Zaki rischia di restare in prigione altri 3 anni e 5 mesi
"I parlamentari e le parlamentari che, al Senato e alla Camera, hanno detto con un voto chiaro e forte che Patrick Zaki è un cittadino italiano, facciano sentire la loro voce in modo altrettanto chiaro e forte nei confronti del governo, ora che inizia il processo", è quanto chiede il portavoce di Amnesty Italia, Riccardo Noury. In caso di condanna al massimo della pena prevista per questo tipo di reato, Zaki rischia di rimanere in carcere altri 3 anni e 5 mesi. “Sì, legalmente è vero. Non abbiamo motivo di immaginare che la pena sarebbe conteggiata diversamente", ha detto all’Ansa Lobna Darwish dell'Eipr, l’“Iniziativa egiziana per i diritti personali", rispondendo alla domanda se i mesi già trascorsi in carcere da Patrick gli verrebbero abbonati in caso di condanna. In caso di una sentenza inferiore ai 19 mesi, dovrebbero liberarlo subito.