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In bici sulle strisce pedonali, ma non paga la multa: in cinque anni la sanzione arriva a 860 euro

Protagonista della disavventura è il prof di architettura Giuseppe Scaglione all’Università di Trento. I fatti sono avvenuti nel 2017 e all’epoca il docente contestò la multa di 45 euro iniziali, scrivendo al sindaco (senza successo). Cinque anni dopo l’amara sorpresa.
A cura di Biagio Chiariello
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Doveva andare a prendere il treno e per evitare ritardi, senza scendere dalla sua bicicletta, attraversò le strisce pedonali. Era il 2017. La mossa gli è costata (negli anni) una multa da 860 euro. "La rigidità abnorme da parte dei vigili urbani, la vessazione ingiustificabile del sistema di riscossione e la ‘lavata di mani' del sindaco", così Giuseppe Scaglione, professore di Architettura originario di Cosenza, ha commentato al Corriere della Sera quell'incredibile episodio nel quale è incappato a Trento.

Erano le 7.40 del 3 maggio di sei anni fa e un vigile urbano fermò il ciclista sanzionandolo per 45 euro dopo che era passato sulle strisce pedonali percorrendo un paio di metri. Scaglione, oggi 68 anni, contestò quella multa, a suo avviso ingiusta perché "la città era semideserta, in bici attraverso un breve tratto di strisce pedonali, circa 2 metri, e dopo un istante sento il fischietto di un vigile urbano, ma non ho messo in pericolo i pedoni".

A quel punto il docente scrisse al sindaco e al comandante dei vigili (per ben due volte) lamentando la situazione a suo avviso paradossale, ma non ricevette mai risposta.

Cinque anni più tardi, quando probabilmente si era dimenticato di quell'episodio, ha ricevuto a casa un avviso bonario che gli chiede di pagare 450 euro. Scaglione ha riscritto al sindaco (che nel frattempo è cambiato) e al comandante, e questa volta ha ricevuto una risposta.

"Mi è stato detto che le multe si pagano, anche se non piace a nessuno".

Passa qualche mese e arriviamo ai giorni nostri, con un nuovo avviso da parte di Trentino Riscossioni che intima un pagamento di 860 euro.

"Una follia: venti volte la sanzione iniziale — conclude il professore —. Ho già pagato multe al Comune di Trento, ma questa no: mi rifiuto. Mi sono rivolto a un legale e forse sarò costretto a rateizzare, ma trovo questa ingiustizia un esempio di un sistema vessatorio contro cui credo sia doveroso protestare. La mia è una battaglia civile. Ho proposto una transazione, 150 euro è una cifra congrua: se non riesco, pazienza".

La vicenda è diventata presto virale, tanto che il Comune di Trento ha diramato una nota sulla vicenda.

"Il 3 maggio 2017 alle ore 8.04, il signor Giuseppe Scaglione proveniva da Torre Vanga con direzione Stazione dei treni, transitando a bordo della sua bici sul marciapiede-aiola spartitraffico del cavalcavia San Lorenzo (dove si trova l’attraversamento pedonale); veniva invitato dagli agenti a condurre a spinta il veicolo ma lo stesso si immetteva sulla carreggiata percorrendo in senso contrario rispetto a quello della circolazione via Pozzo e piazza Dante.

Gli venivano quindi contestate due violazioni dell’importo di 41 euro e 163 euro. Il signor Scaglione dichiarava all’agente: “Devo andare, me la mandi a casa”.

Successivamente, non avendo effettuato il pagamento entro il termine di sessanta giorni, il verbale di accertata violazione diveniva titolo esecutivo per una somma pari alla metà del massimo delle sanzioni, ossia per 410,50 euro.

In esito al mancato pagamento, venivano inviati tre avvisi bonari in tre differenti indirizzi indicanti l’importo di 411,50 euro da versare (l’importo di 410,50 maggiorato di 1 euro per le spese).

Il 20 febbraio di quest’anno – non essendo ancora pervenuto il pagamento delle sanzioni – veniva inviata la normale ingiunzione fiscale prevista dalla legge da parte di Trentino riscossioni di 823 euro (composti da 410,50 euro per le violazioni, 1 euro per il recupero spese e 411,50 euro per le maggiorazioni semestrali – legge 689/81)".

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