In attesa di intervento da 17 giorni, muore in ospedale: “Lo hanno legato al letto e non poteva mangiare”
Un nuovo caso di malasanità è stato denunciato in un ospedale italiano. Questa volta a raccontare cosa è successo è una donna di Palermo, che ha perso il padre all'ospedale Villa Sofia dove l'uomo era arrivato prima di Natale a causa di una frattura alla spalla provocata da una caduta. Il decesso si è verificato dopo ben 17 giorni d'attesa per un intervento chirurgico. I parenti hanno presentato un esposto assistiti dall’avvocato Andrea Dell’Aira.
"Mio padre Giuseppe Barbaro è arrivato al pronto soccorso di Villa Sofia con la frattura alla spalla che si era provocato cadendo in casa il 21 dicembre. Fino al 24 è rimasto al pronto soccorso in una lettiga, in corridoio. La frattura veniva semplicemente fasciata e immobilizzata con indicazione di necessità di riduzione chirurgica da programmare ‘appena possibile'. Godeva di buona salute e non soffriva di altre patologie", ha detto la donna, che ha aggiunto: "Ci è stato detto che non c'era posto in ortopedia e solo il 24 è stato portato in reparto. I medici ci hanno riferito che c'era un turno e che presto sarebbe stato operato. Durante i giorni antecedenti al trasferimento in reparto abbiamo più volte fatto notare che mio padre non poteva alimentarsi autonomamente per via della fasciatura alla parte superiore sinistra del corpo. Gli infermieri rispondevano che lo avevano in carico come ‘autonomo' e quindi non potevano far nulla. Sia il 22 che il 28 già manifestava segni di dissociazione e confusione mentale. Mi ha chiamato dicendo di essere legato al letto e il giorno dopo ho visto che era bloccato con fasce di plastica alle caviglie e al braccio destro. Solo quando ho protestato veniva finalmente slegato".
"Mi sono accorta – ha concluso – che aveva la febbre e solo allora gli è stato somministrato del paracetamolo. Il 30 dicembre l'alimentazione attraverso la flebo. Intanto il valore di sodio saliva fino a raggiungere 178. I medici ci hanno comunicato l'esistenza di diversi focolai pneumologici, segni di polmonite bilaterale. Il 3 gennaio mi hanno detto che non si riuscivano a far rientrare i valori del sodio e che era lecito aspettarsi un esito infausto. Nonostante questo mio padre non è stato trasferito in terapia intensiva ed è morto il 6 gennaio. La comunicazione mi è stata data da un sanitario che m'ha detto di essere appena arrivato da Napoli".
Intanto, la procura ha disposto l'autopsia, che verrà eseguita venerdì prossimo, come riporta la stampa locale, mentre il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, ha convocato per giovedì pomeriggio a Palazzo d’Orléans, il direttore sanitario e il direttore amministrativo dell’azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello di Palermo, Aroldo Gabriele Rizzo e Luigi Guadagnino. L’incontro servirà per discutere delle criticità emerse di recente nella gestione delle attività sanitarie del presidio ospedaliero.
"Il paziente non era nelle condizioni di essere sottoposto ad un intervento chirurgico, il quadro generale era grave a causa dell’infezione polmonare, un evento imprevisto e imprevedibile", è stato cil commento del primario di Ortopedia Davide Bonomo. "Sono stati eseguiti tutti gli accertamenti e garantita l’assistenza necessaria", ha aggiunto come riporta LiveSicilia.