Imu e Tasi 2018, il 18 giugno ultimo giorno per pagare: ecco a chi tocca e come fare
Sono le ultime ore per pagare Imu (Imposta municipale propria) e Tasi (Tributo per i servizi indivisibili), le imposte sugli immobili che riguardano 25 milioni di proprietari in Italia. La scadenza, solitamente fissata per il 16 giugno, quest’anno è slittata al 18 in quanto il 16 era sabato. E la novità principale è che non ci sono cambiamenti rispetto al 2017: tutti i parametri sono stati confermati. Il versamento dell’acconto di Imu e Tasi porterà 10 miliardi di euro alle casse dello Stato, con un pagamento che riguarda 25 milioni di proprietari di immobili. Mediamente, nei capoluoghi di provincia, si pagano 1.070 euro per la seconda casa (con un acconto di 535 euro), ma si arriva anche a 2mila euro nelle grandi città. Le imposte sulla case non vengono pagate esclusivamente sulla seconda abitazione, ma riguardano anche le prime case di lusso: in questo caso si paga mediamente 2.610 euro.
Il pagamento di oggi riguarda anche 3,5 milioni di proprietari di seconde case che dovranno versare l’acconto riguardante tutte le pertinenze, come solai, cantine e garage, per un costo medio annuo di 56 euro (e un acconto medio di 28). Le categorie di persone coinvolte in questi versamenti sono tante e bisogna stare molto attenti a chi deve pagare, come farlo e quale sia la somma dovuta.
Chi deve pagare
La scadenza di oggi riguarda proprietari e titolari di diritti reali sugli immobili, fatta eccezione per la prima casa su cui, dal 2017, non si paga più neanche la Tasi. A pagare la tassa sulla prima casa saranno solo i proprietari di immobili considerati di lusso e rientranti nelle categorie A/1, A/8, A/9. Si paga anche per i proprietari di terreni, ma non per quelli agricoli che si trovano in comuni montani o di collina. Per quanto concerne i condomini, le imposte sull’alloggio del portiere e sulle parti comuni vengono versate dall’amministratore ma vengono poi addebitate ai singoli condomini. In caso di comproprietari dell’immobile, ognuno paga la sua quota in proporzione con versamenti separati. Vale l’esenzione per la prima casa solo se chi ne ha diritto ha effettiva residenza e dimora in quell’abitazione.
Quanto si paga
Il calcolo quest’anno non è complicato: per chi non ha avuto cambiamenti rispetto all’anno precedente (cioè se non ci sono variazioni catastali, vendite, successioni e donazioni) è sufficiente pagare il 50% dell’imposta totale dell’anno precedente. In caso di acquisti, variazioni e successioni la cifra cambia e il calcolo è più complesso. Le imposte, comunque, si pagano sui mesi reali di possesso dell’immobile (si considera un mese un periodo superiore a 15 giorni): questo vuol dire che se una casa viene acquistata ad aprile, si pagheranno Imu e Tasi solo a partire da quel mese.
Entro il 18 giugno va versato l’acconto, mentre la data prevista per il saldo è il 17 dicembre: in quel caso rientreranno nel conguaglio anche le aliquote decise dai comuni per il 2018. La garanzia per i cittadini è che non sarà possibile alzare le aliquote rispetto al passato. Il 18 giugno, comunque, è possibile pagare anche l’intero importo del 2018, ma in questo caso il calcolo è più complicato perché vanno considerate anche le aliquote dei singoli comuni che potrebbero anche variare.
Come si paga
Non sono i comuni a inviare un modello precompilato ma il versamento spetta al contribuente. Si può scegliere tra il modello F24 disponibile anche sul sito dell’Agenzia delle Entrate o per il classico bollettino postale. Imu e Tasi, anche se si tratta dello stesso immobile, vanno pagate con due distinti modelli indicando i codici di riferimento dei tributi.
Il modello F24 è reperibile anche agli sportelli bancari e negli uffici postali. Il pagamento si può effettuare anche online o tramite intermediari fiscali abilitati come i commercialisti. Nel modello bisogna indicare l’importo da versare, il codice catastale del comune, il numero degli immobili, l’anno di riferimento ed è anche necessario barrare la casella relativa al tipo di pagamento: acconto (come nel caso del 18 giugno) o saldo o entrambi se si vuole effettuare tutto in un unico versamento. Il bollettino postale è prestampato con tutte le informazioni al suo interno: bisogna aggiungere l’importo, specificare che si tratta dell’acconto e del saldo, inserire il codice del comune e il numero di fabbricati di cui si è in possesso.
Altre informazioni su affitti e sconti
In caso di immobili in affitto una quota della Tasi, compresa tra il 10% e il 30%, viene pagata dall'affittuario nel caso in cui non la usi come prima casa. L’importo non va comunque versato dal proprietario. Se il comune non indica quale sia la quota dell’inquilino, tale cifra è del 10%. Sono poi previste alcune agevolazioni per casi specifici. Per esempio per gli affitti a canone concordato si può spendere fino al 25% in meno. Altro sconto si può avere se l’immobile viene concesso in linea retto entro il primo grado (per esempio padre-figlio) a una persona che la usa come abitazione principale. In questi casi ci sono però delle condizioni, come quella di aver stipulato un contratto di comodato d’uso. A pagare è sempre il possessore, in quanto per l’utilizzatore si tratta dell’abitazione principale.