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Imprenditore giapponese ucciso a Udine, il 19enne che lo ha colpito con un pugno: “Voglio restare in carcere”

Il 19enne Samuele Battistella avrebbe chiesto al suo legale di non presentare ricorso al Riesame per la richiesta dei domiciliari. “Non me la sento di dare quest’altro peso ai miei genitori”, avrebbe detto il giovane, in carcere con l’accusa di aver ucciso con un pugno l’imprenditore giapponese Shimpei Tominaga.
A cura di Eleonora Panseri
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Shimpei Tominaga, 56 anni
Shimpei Tominaga, 56 anni

"Non voglio andare ai domiciliari, perché non me la sento di dare quest’altro peso ai miei genitori". Così il 19enne Samuele Battistella, in carcere con l'accusa di aver ucciso con un pugno l'imprenditore giapponese di 56 anni Shimpei Tominaga, avrebbe chiesto al suo legale, Tino Maccarrone, di non presentare ricorso al Riesame per l'attenuazione della misura cautelare.

I fatti di cui il 19enne sarebbe responsabile, avvenuti a Udine, in via Pelliccerie, nel pieno centro della città, risalgono alle 3.30 di venerdì 21 giugno. L'uomo sarebbe stato colpito dopo aver tentato di difendere un ragazzo, aggredito a sua volta da un gruppo di giovani. Oltre a Battistella, sono stati arrestati e sono attualmente detenuti anche il 19enne Daniele Wedam e il 21enne Abdallah Djouamaa, entrambi di Conegliano.

Dal momento che i tre giovani risiedevano con le famiglie, prima di formulare l’istanza per l'attenuazione della misura cautelare, era necessario acquisire la disponibilità dei congiunti ad accogliere gli indagati. All’esito dell’udienza di convalida degli arresti, il giudice delle indagini preliminari Carlotta Silva aveva escluso la fattibilità dei domiciliari nei confronti dei tre ragazzi.

Shimpei Tominaga, 56 anni
Shimpei Tominaga, 56 anni

"Necessitando della fattiva collaborazione degli interessati, non risulta idonea a contenerne la pericolosità e dunque a scongiurare il grave pericolo di recidiva", aveva detto la gip. Quell’ordinanza potrebbe essere impugnata davanti al Riesame, tuttavia Battistella avrebbe chiesto al suo avvocato di non procedere in tal senso, come riporta Il Gazzettino.

Figlio di un appuntato dei carabinieri in congedo, Battistella starebbe comprendendo solo ora la gravità di quanto accaduto. Il difensore, secondo quanto riporta il quotidiano, chiederà comunque l’autorizzazione ai colloqui con i genitori sia per lui che per Wedam, figlio di operai, già coinvolto in passato in fatti delinquenziali, anche se decisamente meno gravi.

Al momento dell’arresto, i reati contestati erano quelli di rissa e le lesioni personali aggravate ai danni di Tominaga e di un suo amico friulano. Dopo la morte dell’imprenditore, però, la situazione è decisamente cambiata: "Per l’esatta qualificazione del reato – ha detto l’avvocato Maccarrone – bisognerà aspettare gli esiti dell'autopsia, che ci daranno qualche elemento in più. In questo momento si può ipotizzare l’omicidio preterintenzionale a carico di Battistella".

Secondo quanto riferito dall'avvocato Maccarrone, che difende sia Battistella che Wedam, i due "hanno capito di essersi cacciati in un guaio molto più grande di loro. Entrambi ricordano i fatti solo per frammenti, hanno letto l’ordinanza ma sono ansiosi di vedere i video: quella notte erano ubriachi, mi hanno detto di essere andati con Djouamaa a Udine proprio per fare un giro di bar, tanto che avevano bevuto parecchi alcolici".

"Ambedue hanno tenuto a precisare di non essere scappati dal kebab – precisa ancora il legale – Sono rientrati nel b&b situato a pochi metri di distanza e, guardandosi in faccia, hanno capito che la cosa era grave, per cui sono tornati nel locale e hanno assistito ai soccorsi prestati dai poliziotti e dai sanitari, finché poi sono stati arrestati".

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