Imprenditore denuncia tangente e gli bloccano il cantiere, arriva la svolta: i lavori ripartono
"La previsione è che intorno al 21 settembre si dovrebbe ripartire". Fabio D'Agata è appena uscito da una riunione all'ufficio commissariale per il contrasto del dissesto idrogeologico nella Regione Siciliana. L'appuntamento convocato direttamente dal commissario di governo Maurizio Croce "per valutare lo stato dell'arte" del cantiere di San Marco d'Alunzio, in provincia di Messina.
L'appalto per il consolidamento di un costone roccioso che, come raccontato da Fanpage.it, era bloccato da due anni dopo che l'imprenditore D'Agata aveva denunciato una richiesta di tangente. E che adesso è pronto a riaprire i battenti.
"È arrivato il parere favorevole del Genio Civile di Messina – racconta D'Agata a questa testata – Stiamo attendendo che ci venga notificato e nell'arco di qualche giorno dovrebbe essere tutto risolto". Una risoluzione velocissima se paragonata ai due anni di attesa che sono stati necessari per arrivarci. "Dal mio punto di vista, senza l'intervento della stampa le cose non sarebbero andate così. Poi magari è stata solo una coincidenza, ma io sono convinto che avere divulgato questa situazione abbia contribuito a velocizzare i tempi".
Dopo l'intervista rilasciata a Fanpage.it, infatti, la storia di D'Agata è finita su diversi telegiornali di emittenti nazionali, dopo essere stata raccontata anche sulle cronache locali siciliane.
La storia di Fabio D'Agata e di questo appalto comincia nel 2020, quando l'impresa catanese si aggiudica una gara d'appalto per il consolidamento di una parete di roccia a valle di via Cappuccini, a San Marco D'Alunzio. Nel borgo gioiello della provincia di Messina il rischio di crollo viene certificato dal bando della struttura commissariale che, in Sicilia, si occupa di contrastare il dissesto idrogeologico del territorio.
Il direttore dei lavori incaricato dal commissario è Basilio Ceraolo, professionista della provincia di Messina. I lavori cominciano, vengono pagati i primi stati di avanzamento e poi succede l'inaspettato. Secondo la sentenza che condanna Ceraolo in primo grado per tentata concussione, il professionista avrebbe chiesto all'imprenditore una tangente da centomila euro. Soldi da ricavare tramite alcune economie nel cantiere.
D'Agata denuncia tutto alla Guardia di finanza e comincia un'indagine fatta anche di pedinamenti e intercettazioni. A novembre 2021, Basilio Ceraolo viene arrestato e condannato, in primo grado e col rito abbreviato, nei primi mesi del 2023. Il cantiere non viene mai sequestrato, ma senza un direttore dei lavori, le opere non possono essere ultimate. E così tutto si ferma.
"Mi aspettavo che, a maggior ragione vista la situazione, si sarebbero attivate tutte le procedure d'urgenza del caso. L'appalto viene pur sempre da una struttura commissariale con poteri speciali…", spiegava D'Agata a Fanpage.it in un'intervista pubblicata il 3 settembre 2023. Quando il titolare dell'azienda denunciava quella che chiamava la "tecno-burocrazia regionale", tanto veloce in qualche caso e tanto lenta in qualche altro.
Il 5 settembre 2023, il commissario Croce convoca la riunione che si è tenuta questa mattina. Il 6 settembre, inoltre, il Genio Civile di Messina comunica che "l'istruttoria volta al rilascio dell'autorizzazione sarà completata tempestivamente". L'8 settembre, l'assessore regionale alle Infrastrutture Alessandro Aricò, con una nota diffusa alla stampa, anticipa la concessione dell'autorizzazione e aggiunge: "È un fatto importante perché gli imprenditori siciliani, ancor di più quelli coraggiosi che denunciano i tentativi di estorsione e ogni forma di condizionamento illegale del lavoro delle aziende in Sicilia, devono essere assistiti. Le istituzioni devono essere pronte a intervenire al loro sostegno".
Si arriva così a oggi. "Dalla Regione hanno sottolineato che la pratica era già in fase di risoluzione", sottolinea Fabio D'Agata. Il quale, adesso, attende solo l'ufficialità del nulla osta. In meno di un anno, i lavori di San Marco d'Alunzio dovrebbero essere ultimati. A pieno regime, il cantiere occuperà nuovamente 15 operai. Tanti quanti erano stati licenziati a causa dello stop al cantiere durato due anni e, a quanto pare, destinato adesso a finire.