Impennata di contagi in Abruzzo, arriva la conferma: “Variante inglese nella metà dei casi”
Continua a crescere l'allarme varianti Covid nelle regioni dell'Italia centrale. Dopo Umbria e Molise, arriva la conferma che anche la metà dei casi di Coronavirus accertati tra giovedì e venerdì scorsi nelle province di Pescara e Chieti, in Abruzzo, è riconducibile ad una mutazione del virus, che con molta probabilità è quella inglese. È quanto è emerso dai risultati preliminari dello studio voluto dall'Istituto Superiore di Sanità e condotto dal laboratorio di Genetica molecolare – Test Covid-19 dell'Università di Chieti. La struttura, insieme all'Istituto Zooprofilattico di Teramo, è stata individuata dalla Regione Abruzzo per il sequenziamento. La diffusione sul territorio della variante era già stata accertata nei giorni scorsi, tanto che Liborio Stuppia, direttore del laboratorio, aveva parlato di un'incidenza del 40 per cento sul totale dei casi emersi a Pescara. La conferma sulla tipologia di variante arriverà comunque dalla seconda fase dell'indagine.
Secondo il direttore del laboratorio teatino la diffusione delle varianti e queste percentuali spiegano "la crescita repentina e i numeri allarmanti dei casi registrati nelle ultime settimane nelle province di Pescara e Chieti". Nell'area metropolitana, infatti, il virus sta circolando in modo rapidissimo e con numeri preoccupanti. Si stima, tra l'altro, che la provincia di Pescara sia una di quelle italiane con la maggior incidenza negli ultimi giorni. Solo nell'ultima settimana è stato registrato un +25% di infezioni, di cui buona parte riguarda i bambini, su tutto il territorio regionale. Una situazione che aveva già messo in allarme le istituzioni locali, tanto che il governatore Marco Marsilio aveva già firmato una ordinanza per la chiusura delle scuole e il ritorno alla didattica a distanza per i ragazzi delle superiori in tutto l'Abruzzo fino al 21 febbraio, "una decisione – ha precisato il presidente – dolorosa ma necessaria per contenere l’aumento dei contagi che sta interessando la nostra regione". In tre comuni è stata già stabilita la zona rossa, vale a dire San Giovanni Teatino, Atessa (Chieti) e Tocco da Casauria (Pescara). Da qui è vietato entrare e uscire anche per motivi di lavoro, se non con apposita autorizzazione del sindaco. E non è escluso che la regione passi dalla zona gialla a quella arancione alla fine della settimana.