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Immigrazione, Castelli: ”Clandestini violenti? Finirà che dovremo sparagli”

Il viceministro della Lega sugli immigrati: “E se uscisse qualche arma e cominciassero a sparare, noi cosa dovremmo fare? Sparare? Contro le Brigate Rosse, cosa abbiamo fatto?”
A cura di Biagio Chiariello
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L'immigrazione continua ad essere il tema del momento nel nostro Paese. L'Italia rischia di essere lasciata sola dall'UE nella gestione dell'emergenza clandestina, a seguito di quanto emerso dalla riunione dei 27 ieri a Lussemburgo. La bocciatura delle richieste di aiuto italiane per fronteggiare il problema è stata accolta con disappunto da Roberto Maroni che ha minacciato di uscire dall'UE. Ma a sminuire le dichiarazioni del Ministro dell'Interno ci ha pensato un collega, Umberto Bossi, che di Maroni è anche compagno di partito. Il leader della Lega Nord ha precisato: "Non usciamo dall'Ue. È solo uno stimolo per far fare le cose. Dopo una notte passa la rabbia di Maroni". Il Senatùr, conversando con i cronisti a Montecitorio, ha detto che "la soluzione sono i respingimenti e le espulsioni. Bisogna pattugliare le coste e fermarli a casa loro". Insomma: "Fora da i ball".

Tuttavia è probabile che Maroni non sia l'unico leghista le cui dichiarazioni debbano essere corrette dal leader del Carroccio. A proposito dell'emergenza clandestina è intervenuto, infatti, anche Roberto Castelli che ieri a Porta a Porta e oggi nella trasmissione radiofonica un Giorno da Pecora ha prima messo carne al fuoco sul tema, e poi precisato cosa volesse dire da Vespa con “Gli immigrati? Dobbiamo respingerli, ma come facciamo? Non possiamo mica sparargli, almeno per ora”. L'ex Ministro della Giustizia è stato interpellato da Claudio Sabelli Fioretti su Radio2 che, riproponendogli la domanda, gli ha dato la "possibilità di spiegarsi".

"Intanto, Zapatero e Sarkozy gli hanno già sparato, il che vuol dire che arrivano momenti drammatici, sta già accadendo. E’ del tutto ovvio che se noi ragioniamo in termini storici sui prossimi decenni c’è il pericolo che questa invasione possa diventare di milioni di persone; e a quel punto cosa facciamo? Le controversie internazionali , spesso, come abbiamo visto in Iraq o in Kosovo, si risolvono con le armi. Spero che questo momento, però, non arrivi mai: il momento in cui tale problema diventa così enorme da doverci porre il problema dell’uso delle armi.”

Invoca le misure forti, dunque, il viceministro ai Trasporti che alla domanda se c’è una soglia oltre la quale si può sparare agli immigrati, risponde: "Quando si arriva alla violenza. Questi signori, che dovevano già essere rimpatriati hanno cominciato a bruciare i materassi. E se poi cominciassero a tirare sassi, pietre, e quant'altro? Si risponderebbe con gli scudi e i manganelli, perché così si fa nei confronti di qualsiasi cittadino italiano che non rispetta le disposizioni delle autorità di pubblica sicurezza". Poi, pungente, si domanda: "E se uscisse qualche arma e cominciassero a sparare, noi cosa dovremmo fare? Sparare? Contro le Brigate Rosse, cosa abbiamo fatto?".

Immediate le reazioni dell'opposizione. Secondo il deputato del Pd Emanuele Fiano, Castelli non può far altro che dimettersi. "Con questa Costituzione, con la nostra storia repubblicana, un rappresentante del governo non può permettersi di usare queste parole di violenza nei giorni in cui chiediamo all'Ue di comprendere le nostre ragioni" ha detto il deputato intervenuto in Aula della Camera. "Castelli parla come un uomo di Neanderthal – gli fa eco Massimo Donadi, capogruppo dell'Idv – Le sue parole sono un istigazione all'odio ed alla violenza."

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