Immigrazione a Lampedusa: la protesta degli isolani
Mentre ieri a Berlino, Napolitano ha lanciato l'invito a non fare vittimismi e allarmismi sull'emergenza immigrazione, centinaia di chilometri più a sud, gli abitanti dell'isola di Lampedusa si sono riuniti per annunciare la protesta contro gli immigrati del Nord Africa approdati nei giorni scorsi su questo piccolo fazzoletto di terra al largo della Sicilia. Gli isolani chiedono che nell'arco di pochi giorni, "i tunisini spariscono dalle loro strade".
L'intolleranza dei cittadini di Lampedusa, era stata espressa nei giorni scorsi anche attraverso il provvedimento del sindaco Bernardino De Rubeis che entrerà in vigore Lunedì e che vieta la libera circolazione degli immigrati nord africani (si tratta di circa 700 persone) sull'isola "per motivi igienco-sanitari". "Ma spero che entro lunedì i tunisini presenti sull'isola siano già stati trasferiti in altri centri d'accoglienza", ha dichiarato il sindaco, in linea con l'atteggiamento di insofferenza dimostrato dai suoi concittadini. Ma oltre a calmare i bollenti spiriti di una popolazione profondamente scossa dalla recente e massiccia ondata d'immigrazione, l'ordinanza choc di De Rubeis mira anche a mandare un preciso segnale al ministro dell'interno Roberto Maroni, perché si mobiliti per porre termine a questa grave emergenza.
Ma in realtà, se ora sono settecento gli immigrati ospitati nei centri di accoglienza dell'isola, questo numero sembra destinato ad aumentare, considerato il clima rivoluzionario che spira dalla Libia e che porterà certamente nei prossimi giorni al verificarsi di nuovi sbarchi a Lampedusa, la terra promessa per migliaia di profughi in fuga dalla violenta repressione attuata dal regime di terrore di Gheddafi.
A rendere ancor più tesa e critica la situazione a Lampedusa, è la sospensione del ponte aereo per l'evacuazione degli immigrati negli altri centri di accoglienza italiani, le cui operazioni dovrebbero poi essere riprese Martedì prossimo. Pare infatti, che gli altri centri di accoglienza sparsi sulla Penisola, siano ormai riempiti del tutto, e ora si spera soltanto che il braccio di mare del Canale di Sicilia si mantenga per qualche tempo ancora gonfio, perché non ritorni già la stagione degli sbarchi clandestini a Lampedusa.