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Imelda Starnini, la bisnonna che a 90 anni è tornata tra i banchi di scuola per l’esame di maturità

Imelda Starnini è una bisnonna di 90 anni, che ha realizzato un sogno: quello di diplomarsi. Classe 1933, ha sostenuto l’esame di maturità all’Istituto San Francesco di Sales a Città di Castello (Perugia)
A cura di Alice Tombesi
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Novant’anni compiuti lo scorso 3 febbraio e ancora tanta curiosità e voglia di mettersi in gioco. È così che Imelda Starnini, residente a Città di Castello, ha sostenuto la prova orale dell’esame di maturità, come iscritta esterna dell’istituto San Francesco di Sales, indirizzo socio-psico-pedagogico.

Diventata mascotte della maturità 2023 nella città tifernate, Imelda Starnini ha sostenuto la prova nella stessa aula dove, mercoledì 21 e giovedì 22 giugno, si erano tenuti gli scritti. Ieri, finalmente, è riuscita a coronare il sogno di una vita, diplomarsi. “L’arte di invecchiare” è il titolo che Imelda ha scelto per la sua tesina, quasi fosse un invito ad apprezzare questa fase della vita e a trarne tutta la ricchezza possibile, come ha fatto lei.

Collegando Oscar Wilde a Van Gogh, Schopenhauer a Italo Svevo, ha esposto il suo lavoro mostrando la senilità come terreno comune, dove muoversi con i grandi personaggi della storia. Ma quello della maturità non è l’unico primato di Imelda: “Io sono stata tra le prime donne in Italia ad aver preso la patente di guida in Italia", racconta la donna a Fanpage .it, "allora non c’erano nemmeno le macchine e poi sono andata a imparare a cucire a San Sepolcro e ho fatto la sarta. Poi ho fatto la bidella. Evviva l’Italia”.

Un traguardo raggiunto anche grazie all’aiuto dei due figli, Sara e Luca, e supportato dai nipoti Chiara, Samuele e Leonardo. “Rimarrà tutta questa esperienza e soprattutto il fatto che quando abbiamo chiesto di partecipare all’esame di maturità, il preside ha detto che non sarebbe dovuta essere una cosa simbolica: avrebbe dovuto partecipare alle prove invalsi, alle simulazioni, alle idoneità di quinto”, ha concluso la figlia Sara.

"Ci siamo trovati di fianco un esempio per noi, ma soprattutto per i ragazzi", ha spiegato il dirigente scolastico Simone Polchi . "Tenere la domanda aperta, la curiosità e il gusto di imparare, credo che sia la cosa più importante".

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