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Ilaria Capua dice che le varianti sono più contagiose, non più pericolose

Le nuove varianti del Coronavirus non sono più letali e pericolose per la nostra vita. Alcune di queste sono però più contagiose. A dirlo la virologia Ilaria Capua, numero uno del dipartimento dell’Emerging Pathogens Institute dell’Università della Florida, intervenendo questa sera alla trasmissione DiMartedì in onda su La7.
A cura di Chiara Ammendola
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"Sono più letali e pericolose per la nostra vita? No, nel senso che non sono più aggressive. Alcune di queste sono più contagiose", a dirlo la virologia Ilaria Capua, numero uno del dipartimento dell'Emerging Pathogens Institute dell'Università della Florida, intervenendo questa sera alla trasmissione DiMartedì in onda su La7.

Capua ha sottolineato dunque che la maggiore "pericolosità" delle varianti del Coronavirus riguardano la loro contagiosità e ha poi spiegato come le pandemie siano soprattutto una questione di numeri: "In Italia ci si è assestati intorno al 4 per cento di contagi, ma con una percentuale di morti ancora molto alta: abbiamo raggiunto diciamo un'equilibrio almeno per quanto riguarda i contagi". E ancora sulle varianti ha spiegato: "Dal punto di vista di come comportarci non cambia nulla, abbiamo a che fare però con dei virus che si modificano e dobbiamo gestirli – ha continuato nel suo intervento in tv – è una cosa contro il tempo, i vaccini si possono aggiornare e ci troveremo tra qualche anno ad avere anche più varianti dentro lo stesso vaccino". "Siamo in una battaglia nella quale mettiamo l'artiglieria pesante, il virus si difende ma noi lo sconfiggeremo", ha concluso.

Capua solo qualche giorno fa aveva spiegato che le mutazioni osservate fino ad oggi non hanno alterato l'esterno del virus, che è quello contro cui si producono gli anticorpi: "Ciò significa che il virus muta ma i vaccini rispondono. Le varianti mantengono l'esteriorità di sempre e attivano così la risposta degli anticorpi. – le sue parole – altra faccenda sono le mutazioni del motore del virus. Abbiamo ad oggi una serie di varianti, alcune più studiate e più trovate. Quella inglese è molto presente, più trasmissibile ma assolutamente non abbiamo evidenza che sia cambiata nella sua capacità di indurre malattia grave. Non c'entra con la letalità".

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