Ilaria Alpi, premiati il coraggio e il rigore
E' morta l'inchiesta, viva l'inchiesta. Il giornalismo che indaga senza paura è vivo e vegeto: lo dimostra l'altissima qualità delle inchieste premiate alla diciannovesima edizione del riconoscimento. Ambiente, salute, diritti negati, mafia: questi i temi dominanti, tutti di grande attualità. Come sempre, nel segno di Ilaria Alpi, la giornalista uccisa quasi venti anni fa con il suo operatore Miran Hrovatin in Somalia, mentre lavoravano a un'inchiesta sul traffico di rifiuti tossici e armi di quel Paese con l'Italia: un duplice omicidio che ha le caratteristiche di un'esecuzione, con tantissimi punti oscuri e il coinvolgimento dei servizi segreti. Per il quale, però, non è stato trovato ancora un colpevole.
Di seguito, tutti i premi con le motivazioni:
Premio miglior inchiesta televisiva italiana (sotto 15 minuti)
Marco Fubini e Pablo Trincia di Le Iene, Italia 1, per “Krokodil, la droga che ti mangia” “Un’inchiesta, in Russia, su di una nuova terribile droga in grado di distruggere la carne e i muscoli di chi la usa. Con il linguaggio visuale irriverente, tipico del programma Le Iene, ma con un testo semplice e diretto, gli autori scoprono una nuova piaga sociale figlia di miseria e sotto-occupazione. Un modo di raccontare in tv diverso e innovativo”.
Premio miglior inchiesta televisiva italiana (sopra 15 minuti)
Federico Ruffo e Alessandro Macina di Presa Diretta, RaiTre, per “Ladri di calcio” “Il mondo delle scommesse clandestine, del calcio truccato in un’inchiesta che va alla ricerca del boss che tira le fila dall’estremo oriente di illeciti guadagni miliardari. Gli autori con tenacia e pazienza certosina, si sono messi sulle tracce dei “padroni del calcio” inseguendoli per mezzo mondo. Un ottimo lavoro giornalistico fatto con passione e tenacia”.
Premio miglior inchiesta televisiva internazionale
David Thomson, Gwenlaouen Le Gouil e Nicolas Beaudry D’Asson di Arte reportage, Arte, per The Jihad’s temptation “Un’inchiesta svolta sul campo con grande maestria. Il servizio, frutto di un lavoro durato quasi un anno, analizza la situazione tunisina facendo emergere il capillare controllo sul territorio da parte dei Salafiti e il timore del già fragile governo di venire ulteriormente destabilizzato dalle frange estremiste”.
Premio miglior inchiesta televisiva italiane di web-tv
Vittoria Iacovella di RepubblicaTv per “Vaccinati a morte” “Vittoria Iacovella scopre una verità per troppo tempo nascosta: dietro alle malattie mortali che hanno colpito i militari italiani in missione all’estero, forse non c’è l’uranio impoverito, ma il cocktail di vaccini cui vengono sottoposti. L’uso del web e dei nuovi software consente alla giornalista di condurre un’inchiesta accurata dall’Italia fino agli Stati Uniti”.
Premio miglior inchiesta televisiva italiane di tv locali e regionali
Gianmarco Morosini di San Marino Tv per “L’ultimo Padrino. Nella terra di Matteo Messina Denaro” “Un reportage lucido e puntuale sulla vita del boss Matteo Messina Denaro. La forza evocativa delle immagini, le voci raccolte sul territorio, tutto contribuisce a ricostruire la figura di uno degli ultimi padrini. Un lavoro in cui appare evidente, in filigrana il grande lavoro giornalistico e la passione che lo anima”.
Premio miglior servizio da Tg
Marco Clementi e Paolo Carpi di Tg1, RaiUno, per “Gheddafi privato” “Un piccolo gioiello sepolto tra le macerie di un paese: le immagini inedite di un Gheddafi privato che gioca con i figli accampato nel deserto. Gli autori, con pazienza e curiosità, riescono ad ottenerle dall’ex cameraman privato del leader libico. Questo lavoro è la dimostrazione che i ‘tesori’ giornalistici possono essere nascosti nelle piccole cose”.
Premio IA Doc Rai (per reportage e inchieste giornalistiche inedite)
Luca Cusani e Francesco Cannito per “Il rifugio” “116 africani in fuga dalla Libia di Gheddafi vengono rinchiusi per tre mesi con i loro diritti, i loro sogni e le loro speranze in un albergo disabitato delle Alpi italiane. In attesa della legge che non arriva, le loro vite vengono messe fra parentesi. Francesco Cannito e Luca Cusani raccontano con sguardo profondo e onesto una storia paradossale di mancata accoglienza e integrazione che mette in discussione la normativa sui CIE, i centri di identificazione ed espulsione per stranieri”.
Premio per la miglior fotografia – Menzione Miran Hrovatin
Francesco Conversano, Nene Grignaffini e Roberto Cimatti di Dixit, Rai Storia, per “Muri”
Premi speciali:
Premio della critica
Domenico Iannacone In ‘I 10 comandamenti’, Domenico Iannacone ha saputo indagare la realtà italiana con approccio inedito e folgorante. Nel racconto, a una cronaca fluida e mai retorica si è unita l’attenzione per il versante morale. Dolore, violenze, sopraffazione, o anche semplicemente la ragnatela delle debolezze umane, sono arrivate al telespettatore nella loro essenza più viva, filtrata dal mestiere di Iannacone ed esaltata dalla sua limpidezza personale. Così ogni storia si è fatta esperienza comune, brivido emozionante senza concessioni al pietismo. Nell’insieme, un prodotto giornalistico di livello assoluto, capace di fotografare speranze e frustrazioni della nazione intera. Un esempio di eccellenza al servizio, su Raitre, di un pubblico sempre più alla ricerca di verità e coraggio”.
Premio alla carriera
Piero Angela “Cronista, corrispondente, inviato, conduttore, divulgatore scientifico. Il percorso giornalistico di Piero Angela è variegato e molteplice. Cinquantanove anni in Rai avendo sempre come stella polare l’informazione del servizio pubblico”.
Premio Coop Ambiente
“La terra dei fuochi” (I 10 comandamenti , RaiTre) di Domenico Iannacone e Luca Cambi “Per aver saputo narrare con coraggio e rigore giornalistico un tema conosciuto, ma non così sapientemente approfondito che parte da una terra profanata e abbandonata assumendo i contorni di una denuncia civile e morale di carattere nazionale. Coinvolgente e empatico il sacerdote, protagonista suo malgrado”.
Premio UniCredit
Susan Mohammadkhani Ghiasvand, giornalista e scrittrice iraniana “Vittima di repressione per aver voluto esercitare il diritto di una stampa libera nel suo Paese, è stata detenuta a più riprese nel 2010 e nel 2011. Per non scendere a compromessi con il regime di Téhéran, ha alla fine deciso di chiedere asilo politico in Francia, dove è stata accolta dalla Maison des Journalistes, che l’ha sostenuta, ospitata ed accompagnata nel suo percorso d’esilio”.