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Divisi alla nascita, mamme e figli che si cercano

Ilaria, 22 anni, abbandonata alla nascita cerca la sua mamma naturale: “Aiutatemi a trovarla”

Ilaria, una studentessa calabrese di 22 anni, non ha mai conosciuto la mamma naturale. E’ stata lasciata in ospedale dopo un “parto in anonimato”. “Chi è? Quanti anni ha? Ci assomigliamo? Cosa le sarà successo? Sono tante le domande a cui vorrei dare una risposta”. A Fanpage.it, Ilaria ha confidato per la prima volta la sua storia con la speranza di poter riabbracciare la mamma, contando anche sull’aiuto dei lettori.
A cura di Mirko Bellis
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Ilaria, una studentessa calabrese di 22 anni, non ha mai conosciuto la sua mamma naturale. E’ stata lasciata in ospedale dopo un ʻparto in anonimato’, in cui la donna non riconosce il figlio al momento della nascita. Ilaria, per la prima volta, ha confidato la sua storia a Fanpage.it con la speranza di poter riabbracciare la mamma. “Chi è? Quanti anni ha? Ci assomigliamo? Cosa le sarà successo?”, sono tante le domande che la giovane universitaria continua a chiedersi. “Da qui inizia una lotta con me stessa – afferma – una lotta interiore che non riesco a placare”.

Sono nata il primo aprile del 1996 all'ospedale Riuniti di Reggio Calabria e so che mia mamma biologica era stata ricoverata un mese prima per un problema di anemia”. “All'ospedale tutti mi chiamavano Maria Luisa. Dicevano che avevo sempre il sorriso stampato in faccia”. “Quando i miei genitori adottivi mi hanno portata a casa, si è riunita tutta la famiglia, la mia cugina più grande pescò dentro una ciotola piena di bigliettini ed uscì il mio nome, Ilaria. ʻPerché la tua luce ci ha riempito di gioia’, dissero.

Ho avuto un’infanzia meravigliosa, circondata da persone fantastiche. Alcune volte, da piccola, ho anche chiesto a mia madre la foto del pancione e ricordavo di essere adottata solo quando vedevo la sua faccia dispiaciuta perché non aveva nulla da mostrarmi”. All'età di 9 anni, nel giorno della prima Comunione, il suo pensiero va alla mamma naturale. “Dopo essermi guardata allo specchio, ho detto ai miei genitori: ʻAvrei tanto voluto fosse qui per farle vedere quanto sono diventata bella’”.

Una sera, Ilaria sente al telegiornale la notizia di un neonato buttato in un cassonetto della spazzatura e comincia a chiedersi se anche a lei fosse capitata una cosa simile. I suoi genitori, però, la rassicurano iniziando a spiegarle alcuni aspetti della sua nascita. “Mamma e papà – sottolinea – sono sempre stati grati nei confronti della persona che mi ha lasciata in ospedale e lo stesso rispetto nei suoi confronti l’hanno trasmesso a me. La ringraziamo tutti i giorni, indipendentemente da come possa essere andata”.

Nel 2018, Ilaria decide che è arrivato il momento di lanciare un appello per riuscire a ritrovare la mamma. “Una situazione come la mia – precisa – in cui c’è una madre biologica che è voluta ricorrere ad un parto in anonimato, è molto delicata da affrontare. C’è chi critica la scelta di una madre di rimanere segreta, quando credo che la cosa più matura da fare sia stare in silenzio. Non si può mai sapere cosa porta una persona a fare una determinata scelta e, soprattutto, non possiamo mai giudicare”.

Per Ilaria, come per tanti altri figli non riconosciuti al momento del parto, non è semplice arrivare a scoprire l’identità della mamma naturale. Al compimento del 25˚ anno di età è possibile presentare un’istanza al Tribunale per i minorenni che provvederà a chiedere alla madre se desidera continuare o meno a rimanere anonima. Ma in mancanza di una legge che disciplini la materia, senza un protocollo univoco da seguire, i tempi e le modalità variano da città a città. “Spero che le madri biologiche con il tempo trovino il coraggio di cercare loro stesse i figli, purché ne sentano l’esigenza”, è l’auspicio di Ilaria.

“Vorrei rivolgermi anche a tutti i ragazzi adottati che come me stanno pensando di fare questa ricerca: non scoraggiatevi mai, non fatevi soffocare dal giudizio della gente che non capisce e, soprattutto, fate capire sempre ai vostri genitori che non li volete sostituire con nessuno al mondo. Perché, semplicemente, sono insostituibili. Ai genitori adottivi, infine, vorrei dire di amare i figli come non mai. Appoggiateli e raccontategli sempre la verità perché sarà apprezzata”.

“Non so se riuscirò mai nell'impresa, spero che i lettori di Fanpage.it possano aiutarmi – conclude Ilaria – ma di sicuro se lei avesse mai la voglia di incontrarmi le domande da porle e le cose da dirle sarebbero tante, talmente tante che non saprei da dove iniziare”. Qualora qualche lettore abbia notizie in merito alla storia di Ilaria può contattare la redazione scrivendo a segnalazioni@fanpage.it.

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