Il video dell’esplosione nel deposito Eni a Calenzano, le immagini dello scoppio riprese dalle telecamere
È stato diffuso in rete un video registrato dalle telecamere di sorveglianza che hanno ripreso l'esplosione avvenuta nel deposito Eni di Calenzano, in provincia di Firenze. Nel video si vedono la struttura ancora integra, lo scoppio devastante e le fiamme.
L'incidente, verificatosi intorno alle 10.20 della mattinata di ieri, lunedì 9 dicembre, ha causato morti e feriti. Quattro sono al momento le vittime accertate: due corpi sono stati trovati lunedì, mentre altri due oggi, martedì 10 dicembre, alla ripresa delle ricerche. Resta ancora un disperso.
Almeno 20 sarebbero invece i feriti che hanno riportato lesioni più o meno gravi, subito ricoverati negli ospedali della zona. La Procura di Prato sta indagando per tentare di ricostruire l'esatta dinamica dei fatti e le responsabilità dell'incidente. Ancora da chiarire anche le cause dell'esplosione.
Secondo una prima ricostruzione, lo scoppio sarebbe avvenuto durante le fasi di carico del carburante all'interno di un'autocisterna. L'esplosione avrebbe poi innescato anche gli altri mezzi in sosta. L'alta nube di fumo nero prodotta dalle fiamme che si sono propagate nel deposito è stata vista fino a Firenze.
A quanto si apprende, l'impianto di Calenzano è "nell’elenco degli impianti a rischio industriale rilevante. Ce ne sono 975 in Italia e sono sottoposti a controlli stringenti". Come ha spiegato Fabio Ferranti, dirigente dell'Ispra, in un'intervista a Repubblica, questi "sono previsti dalla direttiva europea Seveso, emanata dopo l’incidente inLombardia del 1976. A Calenzano, secondo il gestore, c’erano oltre 152mila tonnellate di olii minerali, 132 delle quali di gasolio".
"L’ultima verifica esterna registrata nel sistema Ispra risale al 2017 – afferma – Potrebbero essercene state altre da parte dei Vigili del Fuoco: le ispezioni dovrebbero svolgersi ogni tre anni". "Il fumo nero indica la presenza di sostanze non bruciate del tutto. È più nocivo rispetto al fumo bianco, in cui tutto il materiale viene consumato. Contiene residui di idrocarburi e monossido di carbonio – sottolinea – L’emergenza però è durata poco: le fiamme sono state spente in breve tempo, in zona c’era molto vento e a bruciare sono stati idrocarburi raffinati".