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Il vero motivo per cui si parla della dimissioni del Papa e delle sue condizioni di salute

Da mesi si rincorrono le voci su presunti problemi di salute del Papa e sulle sue imminenti dimissioni. Voci puntualmente smentite e messe in giro ad arte per fermare la riforma della Curia voluta da Bergoglio.
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Ogni sei mesi vengono diffuse notizie circa le dimissioni di Papa Francesco, una prassi che ormai è divenuta una tradizione puntualmente smentita dagli accadimenti.

Negli ultimi giorni, in occasione dell’attuazione della riforma della Curia che Papa Francesco ha finalizzato, sono tornate a circolare le voci sulle dimissioni del Pontefice per motivi di salute, notizia che analizzata con dovizia sembra essere più l’auspicio di un gruppo di irriducibili avversari dell’argentino che un dato fondato sulla realtà.

Se da un lato Jorge Mario Bergoglio, classe 1936, ha recentemente accusato qualche piccolo contraccolpo di salute come ogni ottantacinquenne che si rispetti, tra difficoltà di deambulazione e interventi di routine ritardati dalla pandemia, dall’altro nessuno di questi problemi minori può far pensare ad un abbandono della Cattedra di Pietro prima del tempo. La cartella clinica del Pontefice parla chiaro: nessuna patologia tumorale, nessun problema neurologico. L’intervento all’intestino a cui si era sottoposto lo scorso anno dovuto ad una diverticolite che lo attanagliava da parecchi anni è stato superato in modo brillante, solo l’anestesia generale ha dato al Papa qualche problema che lo ha spinto, dopo una lesione ossea che ha interessato i legamenti collaterali, ad evitare l’intervento chirurgico preferendo la riabilitazione. Questo ha portato Francesco ad usare per spostarsi prima una sedia a rotelle e negli ultimi giorni è tornato a muoversi con un bastone.

C’è da sottolineare inoltre che nella storia della Chiesa, la salute dei Papi non è mai stato il motivo principale di una dimissione, basti pensare a Giovanni Paolo II che nonostante fosse flagellato da numerose patologie morì non da emerito ma da effettivo. Sul tema del termine anticipato del papato giocano molto le voci di corte e dei detrattori per questo il terreno dello scontro è tutto politico.

Bergoglio, come dicevamo, ha da poco reso effettiva la riforma della Curia che porterà nei prossimi mesi ad una rivoluzione dei dicasteri, a molti pensionamenti e a tante nuove nomine. Come ha rivelato ai suoi più stretti collaboratori sarà proprio questa la fase più complessa del percorso riformatore: la messa in pratica e il rodaggio di un modello di governo diverso. Dopo lo scandalo che ha portato alle dimissioni del cardinale Becciu, Bergoglio sembra aver trovato una quadra anche nella classe dirigente che lo accompagna e per questo la sua presenza sarà centrale nei prossimi anni, una presenza che servirà a far si per che il nuovo modello di organizzazione della Santa Sede diventi irreversibile.

Questo genera nervosismo e timore in tanti ambienti che nel corso dei decenni hanno prosperato dentro un’organizzazione poco trasparente, nervosismo che si trasforma in illazioni come nel caso della salute del Pontefice oppure in attacchi strumentali ai suoi uomini più vicini come nel caso del francescano Padre Mauro Gambetti, vicario del Papa per il Vaticano, che da giorni subisce una campagna diffamatoria su alcuni blog creati ad hoc, intorno alla sua azione di pulizia dentro la Fabbrica di San Pietro, (l’ente operante per la gestione del complesso della Basilica), un altro corposo centro di interessi che è stato abbattuto.

Insomma il meccanismo della calunnia nelle logiche vaticane si salda con i tentativi di destabilizzazione del quadro politico a mezzo stampa, una prassi che nella storia della Chiesa ha fatto molte vittime; tuttavia Bergoglio è destinato a rimanere ancora per lunghi anni a capo della Chiesa di Roma “se Dio vuole”.

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