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“Il velo che ho scelto di indossare oggi mi ostacola”, storia di Hajar Boudraa che sogna la magistratura

Ha trent’anni e un sogno: diventare magistrata. Hajar Boudraa, veronese nata in Marocco, racconta a Fanpage.it la sua storia: “Se guardo indietro mi rendo conto che il velo che indosso liberamente mi ha procurato molti ostacoli”.
A cura di Elia Cavarzan
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Hajar Boudraa
Hajar Boudraa

Hajar Boudraa sta facendo il tirocinio da viceprocuratrice al tribunale di Verona. Dopo la laurea in giurisprudenza ha intrapreso fin da subito la strada e lo studio, per diventare giudice ed entrare in magistratura: "Il mio sogno è stare lì, in tribunale, solo così mi senso a mio agio".

Di origini marocchine, da sempre veronese con cittadinanza italiana, racconta a Fanpage.it che non è sempre stato facile: "Se guardo indietro", spiega Hajar Boudraa, "mi rendo conto che il mio aspetto fisico, il velo che ho deciso di indossare liberamente, mi hanno molto ostacolata. Soprattutto all'indomani del conseguimento del titolo universitario, dove ho molto faticato ad inserirmi nel mondo del lavoro. Nonostante avessi un titolo così importante, laureata in giurisprudenza, ho sempre faticato a inserirmi nel posto di lavoro. Ma i pregiudizi e gli occhi delle persone si facevano sentire anche quando ero in un luogo pubblico, al supermercato". Niente l'ha abbattuta però. "Ho sempre continuato a lottare per i miei sogni sentendomi libera di essere ed esprimere quello che sono, come dovrebbe essere per qualsiasi altra persona".

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A un passo dal realizzare la sua più grande ambizione, Hajar Boudraa, spiega: "Ho deciso attorno ai tredici anni di indossare il velo. È stata una scelta libera e di libertà. Nel 2023 trovo ancora strano sentirmi gli occhi addosso perché sto indossando il velo. Dobbiamo andare oltre, essere inclusivi, accettare la ricchezza che ciascuna persona può portare all'interno di una comunità".

Hajar Boudraa continua a lavorare come viceprocuratrice a Verona per la scuola di specializzazione e a studiare per diventare giudice: "Spero che un giorno, tutte le persone che come me si sono sentite discriminate, possano trovarsi un giorno, al loro posto, libere di essere ciò che sono all'interno di questa società".

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