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Il Vaticano vuole introdurre la scomunica per atti di corruzione

Il gruppo di lavoro che ha dato vita al seminario sulla corruzione sta provvedendo all’elaborazione di un testo che valuta anche la possibilità di introdurre la scomunica per corruzione e per associazione mafiosa.
A cura di A. P.
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in dalla sua ascesa al soglio di Pietro, Papa Francesco ha esortato politici e amministratori a combattere la piaga della corruzione, un reato considerato al centro di molti mali. Ora però dal Vaticino arriva l'annuncio ufficiale che la Santa Sede sta studiando di introdurre direttamente la scomunica per corruzione e per associazione mafiosa. In particolare, come riporta una nota della Santa Sede, se ne sta parlando in questi giorni nell'ambito dei lavori del gruppo di discussione che ha dato vita al seminario sulla corruzione organizzato dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale e in corso in Vaticano.

Il gruppo "sta provvedendo all'elaborazione di un testo condiviso che guiderà i lavori successivi e le future iniziative. Tra queste, si segnala al momento la necessità di approfondire, a livello internazionale e di dottrina giuridica della Chiesa, la questione relativa alla scomunica per corruzione e associazione mafiosa" chiariscono dal Vaticano. Al seminario sulla corruzione, promosso con la Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, hanno preso parte non solo esponenti della Chiesa, ma anche  della magistratura, di associazioni e vittime di crimini

"Si tratta di far fronte ad un fenomeno che conduce a calpestare la dignità della persona per altri motivi. Noi vogliamo dire che non si può mai calpestare, negare, ostacolare la dignità delle persone" ha spiegato il cardinale Peter Turkson.  "L'obiettivo è di sensibilizzare l’opinione pubblica ma anche quello di cominciare ad identificare passi concreti che possano aiutare ad arrivare a delle politiche e delle leggi eventualmente che prevengano la corruzione, perché la corruzione è come un tarlo che si infiltra nei processi di sviluppo per i Paesi  poveri o nei Paesi ricchi, che rovina le relazioni tra istituzioni e tra persone" ha aggiunto mons. Silvano Maria Tomasi

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