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Il vaccino Novavax si può usare solo per due dosi, senza booster e Green pass illimitato

Il vaccino sarà disponibile da questa settimana con un milione di dosi in arrivo tra le Regioni. In alcuni territori via alle prenotazioni già da domani.
A cura di Giacomo Andreoli
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Il nuovo vaccino Nuvaxovid dell'azienda Novavax è valido solo per il ciclo primario di due dosi e il farmaco si somministra a distanza di 21 giorni. Pertanto, stando alle regole attuali, non prevedendo alcun booster, dà diritto al Green pass rafforzato con validità di nove mesi e non al certificato verde illimitato.

A prevederlo è una circolare del ministero della Salute retto da Roberto Speranza, secondo cui il vaccino dovrà essere somministrato per via intramuscolare (preferibilmente nel deltoide del braccio), nei soggetti con più di 18 anni. Questa settimana arriverà un milione di dosi, che saranno subito distribuite a tutte le Regioni e le Province autonome. Si attendono poi un altro paio di milioni di dosi a marzo. Alcuni territori, come il Lazio, avviano le prenotazioni già da domani 24 febbraio, per iniettarlo nei prossimi giorni.

Il documento è stato firmato dal direttore Prevenzione del ministero, Gianni Rezza e prevede dosi nella specifica formulazione per iniezione da 0,5 mL. Queste saranno racchiuse in flaconcini multidose da 10 dosi, senza alcuna diluizione e quindi direttamente pronte all'uso. Il vaccino sarà conservato in frigorifero a una temperatura tra 2 °C e 8 °C. Una volta aperto il flaconcino si può invece usare entro 6 ore, sempre se conservato tra i 2° e i 25°.

La tecnologia utilizzata per il vaccino Novavax

Il vaccino Novavax, sottolinea la circolare del ministero, è stato approvato dall'Aifa lo scorso 22 dicembre. Si aggiunge così ai farmaci già sul mercato: Pfizer, Moderna, Astrazeneca e Johnson and Johnson. Il nuovo farmaco, però, potrebbe far vaccinare chi non lo ha ancora fatto, cioè circa 5 milioni di italiani. Si tratta infatti di un vaccino più simile a quelli già utilizzati per altre malattie. 

Secondo Nicola Magrin, direttore generale dell'Aifa, «è un vaccino proteico come quelli antinfluenzali. Sarà una piccola integrazione rispetto agli altri vaccini a mRna e costituirà presto un'opzione per un milione o due di persone che vogliono comunque vaccinarsi». La tecnologia utilizzata, in questo senso, è più "classica" rispetto a Pfizer e Moderna: usa le proteine ricombinanti come i farmaci contro l’epatite B e il papilloma virus.

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