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La caduta del muro di Berlino

Il Tunnel della libertà sotto il muro di Berlino, la storia dei due italiani Luigi Spina e Domenico Sesta

In occasione dei 60 anni della costruzione del muro di Berlino e del 32esimo anniversario della sua caduta, stasera andrà in onda un documentario che racconta come due italiani, Luigi Spina e Domenico Sesta, idearono e costruirono una galleria sotto al muro di Berlino per consentire di fuggire da Berlino Est a Berlino ovest.
A cura di Antonio Palma
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Luigi Spina e Domenico Sesta erano due semplici studenti italiani di ingegneria in Germania quando si ritrovarono nella Berlino divisa dal Muro innalzato dai sovietici che aveva bloccato anche alcuni loro amici. Da quella necessità di far scappare via i loro compagni da Berlino est verso Berlino ovest è partita l'idea di quello che è poi diventato il “Tunnel della libertà” o anche "Tunnel 29", una galleria segreta lunga ben 135 metri che attraversava il muro di Berlino e che alla fine è servita per portare in salvo 29 persone. A raccontare la loro avventurosa storia e quella del tunnel da loro ideato e anche realizzato, con l'aiuto di altri, sarà un documentario che stasera andrà in onda su Rai3, a 60 anni di distanza dalla costruzione del muro di Berlino e nel 32esimo anniversario della sua caduta. Attraverso delle interviste ai diretti protagonisti realizzate nel 1999, si ripercorrerà l'origine del “tunnel degli italiani”, una impresa titanica davanti alla quale, dopo quattro mesi di scavo, i due ragazzi stavano quasi per arrendersi per mancanza di risorse economiche a sostenerla. A questo punto la grande intuizione fu quella di coinvolgere il network statunitense Nbc che finanziò il progetto, ricevendo in cambio la possibilità di riprendere tutti i lavori in corso, immagini che pochi mesi dopo vennero trasmesse in televisione facendo il giro del mondo.

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Perché Luigi Spina e Domenico Sesta costruirono il tunnel sotterraneo

Il “Tunnel della libertà” sotto il muro di Berlino fu ideato dai due giovani per consentire la fuga di Peter Schmidt, un compagno di studi che era rimasto intrappolato a Est con la famiglia. Dopo averlo ideato e progetto in ogni dettaglio, Mimmo e Gigi, insieme ad altri amici riusciti a fuggire da Berlino Est, si misero all'opera e, anche grazie ai finanziamenti dell'emittente statunitense, il tunnel fu concluso non senza pericoli circa un anno dopo e il 14 settembre 1962, esattamente un anno, un mese e un giorno dopo la costruzione del Muro, finì per regalare la libertà all'amico Peter e alla sua famiglia, assieme ad altre 26 persone. Una impresa che è valsa a Luigi Spina e Domenico Sesta la Medaglia d’oro al valor civile.

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Come e in quanto tempo fu scavata la galleria sotto il muro di Berlino

L'idea di un tunnel sotto il Muro di Berlino non era una novità assoluta quando i due italiani decisero di scavare la loro galleria. Per quasi tutti era diventato ormai una tecnica impossibile ma non per Mimmo e Gigi che grazie al passaporto straniero, che consentiva loro di muoversi più agilmente, e alla loro perizia tecnica, trovarono il punto adatto dove iniziare lo scavo: uno stabilimento industriale abbandonato in Bernauer Strasse. A quel punto il coinvolgimento di altri amici tedeschi, alcuni dei quali già scappati o con famiglie bloccate a Berlino Est. Alla fine attorno ai due si unì un gruppo di più di quaranta volontari che non solo scavarono mettendo a rischio la loro vita. ma diedero anche fondo a tutte le loro riserve economiche per finanziare l'impresa. Solo grazie a i nuovi finanziamenti della Nbc però il gruppo riuscì ad andare avanti perché fondamentali per acquistare macchinari necessari a dragare il tunnel. Dopo aver portato in salvo le 29 persone, infatti, la galleria si allagò completamente diventano inutilizzabile.

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Le interviste ai protagonisti raccolte nel documentario

La storia del Tunnel della libertà di Luigi Spina e Domenico Sesta è stata raccontata nell'omonimo romanzo della moglie di Mimmo e volontaria anche lei dell'impresa, Ellen Sesta, dal quale è stata tratta anche una miniserie televisiva. A ricostruire la vicenda nel documentario, diretto da Marcus Vetter e prodotto per le tv tedesche ARD e ARTE , saranno però le voci di alcuni dei protagonisti intervistati nel 1999. I racconti saranno arricchiti dal  materiale di archivio girato nel 1962 e scansionato in 2K e ricostruito a colori in modo realistico con l'aiuto dell'AI e di un elaborato processo di restauro.

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