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Matteo Messina Denaro

Il traslocatore di Messina Denaro: “Ero in ritardo, la sua voce cambiò. Ma ora non ho paura”

Il proprietario della ditta che spostò i mobili del boss di Cosa Nostra da un covo all’altro: “Gli feci un prezzo basso: cinquecento euro, pagò in contanti alla consegna”. E ancora: “Conservo ancora il suo vocale su Whatsapp”.
A cura di Biagio Chiariello
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 Il trasloco di Matteo Messina Denaro da un covo all'altro. Gianni Jihed, 33 anni, origini tunisine ma nato a Mazara del Vallo, non poteva sapere che il suo cliente era il latitante più famoso d'Italia. Era la mattina del 24 maggio dello scorso anno e il boss di Cosa Nostra chiamò proprio lui, titolare dell’azienda di traslochi ‘Casa Nuova', per spostare il mobilio di via San Giovanni 260, a Campobello di Mazara, al vicolo San Vito.

La ditta di traslochi è sull’elenco, Messina Denaro ha chiamato come un normale cliente.

Non fece nomi, aveva una voce molto rilassata, disse che aveva bisogno di un trasloco a Campobello e mi mandò le foto dei mobili su Whatsapp con l’indirizzo di via San Giovanni 260″ spiega Jihed al Corriere della Sera.

E così la ditta di traslochi fu ingaggiata per trasportare “un letto, una lavatrice, il frigo e due armadi completamente vuoti”.

Roba economica, tanto che gli feci un prezzo basso. Cinquecento euro, pagò in contanti alla consegna. Ma non andai io personalmente, per quella consegna incaricai due miei dipendenti e altri due li chiesi in prestito a un’altra ditta. Tutti ragazzi trentenni come me, che non l’hanno riconosciuto".

Un lavoro semplice, portato a termine senza troppi problemi. Eccetto un piccolo ritardo, non troppo digerito dal boss:

Quella mattina alle 7.10 gli mandai un Whatsapp per avvisarlo che saremmo arrivati con circa 20 minuti di ritardo. Mi inviò allora un messaggio vocale che ancora conservo sul telefonino e a risentirlo oggi mi fa davvero accapponare la pelle. Stavolta la sua voce era molto infastidita, il tono sempre calmo ma completamente diverso. Disse: ‘L’importante è che non tardate ancora. Vi stiamo aspettando fuori…’.

Solo negli ultimi giorni ha avuto modo di capire chi era il suo cliente:

Ho chiamato un mio amico avvocato, Antonio Mariano Consentino, per chiedergli consiglio e lui mi ha portato subito alla polizia che così ha trovato sul mio cellulare anche l’indirizzo del covo di via San Giovanni.

Gianni Jihed però non ha paura delle possibili ripercussioni:

In questa città tutti mi conoscono, ho portato col camion aiuti in Ucraina, ho fatto un lavoro anche per Anna Corona, il nome non dovrebbe suonarvi nuovo se avete seguito il caso della piccola Denise Pipitone. Pure a Mazara 2, il quartiere più difficile, sono benvoluto. Io lavoro, faccio traslochi, non sono una spia".

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