Il testimone dell’incidente nel deposito Eni di Calenzano salvo per 5 secondi: “Un forte soffio, poi il buio”
Massimiliano Niccolai, 60 anni, è uno dei camionisti che il giorno del disastro di Calenzano si trovavano lì, nei pressi del luogo teatro dell’esplosione che ha provocato cinque vittime lunedì scorso. È salvo e oggi può raccontare cosa ha visto per una manciata di secondi. “Per cinque secondi. Sono salvo per cinque benedetti secondi”, ricorda.
È un super testimone dell’incidente sul lavoro, e ieri è tornato sul luogo dell’esplosione con vigili del fuoco e carabinieri. “Ero appena sceso dalla cabina del camion – le parole del camionista di Scandicci riportate oggi da La Nazione –, ma non ho fatto in tempo neanche a richiudere lo sportello che sono stato sbalzato a cinque metri di distanza dall’onda d’urto. Se fossi rimasto al volante ora sarei morto, la cisterna mi ha salvato”.
Niccolai aveva posteggiato a pochi metri dalla corsia dove erano in corso i lavori di manutenzione e ha visto tutto quello che è successo, compreso Vincenzo Martinelli, tra le vittime del disastro. “Ho incrociato il suo sguardo – racconta –, ho sentito un forte soffio e l’ho visto fare un salto indietro, poi il buio”.
Con il camionista sopravvissuto i carabinieri hanno parlato anche della questione dei cellulari, che secondo Niccolai tutti portano anche se da protocollo dovrebbe restare spento. È da capire se un messaggio o una chiamata potrebbero aver provocato la scintilla.
Stando a quanto ricostruito finora, la mattina dell’esplosione c’erano due squadre all’interno del deposito Eni. L’esplosione, che si è sentita a chilometri di distanza, è avvenuta alle 10.21. In questi giorni il procuratore capo Luca Tescaroli e il sostituto Massimo Petrocchi stanno mettendo in fila tutte le testimonianze per chiarire l’accaduto.
Nei giorni scorsi i carabinieri hanno acquisito una mole di documentazione sia nella sede di Calenzano che in quelle di Milano e Roma. Il nodo della sicurezza resta centrale: chi indaga deve capire se qualcosa non ha funzionato o se c’è stato qualche problema durante l’erogazione del carburante. L’area resta sotto sequestro e lunedì mattina ci sarà un nuovo sopralluogo di inquirenti e tecnici.